Tutti noi conosciamo la cicoria selvatica, per i fiori di Bach Chicory o Chichorium Intybus/Cicoria selvatica dai fiori di colore blu, molto comune nei campi di grano. Indicata come rimedio per chi si occupa eccessivamente del benessere e dei bisogni altrui, è utile in caso di malattie psicosomatiche e tosse.
E’ la quinta pianta medicinale scoperta da Edward Bach e la possiamo rappresentare attraverso l’archetipo della “mamma latina, italiana” con la sua frase del tipo: “ ...dopo tutto quello che ho fatto per te…!?”
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La persona raprresentata da questa pianta è iper-protettiva, possessiva, manifesta un grande bisogno di controllo sugli altri (nel caso della mamma, sulla prole) ed ha bisogno di essere ricambiata da uno smodato affetto, ci deve essere sempre un ricatto affettivo che la lega all’altro.
Pertanto, chi presenta queste caratteristiche non riesce ad avere nessun pensiero di rispetto nei riguardi della libertà altrui, questo è dettato dal dolore della non sicurezza del ritorno al “nido” da parte dei figli, nel caso sempre della mamma, ed automaticamente questo carattere entra in disagio con se stesso.
Non si tratta di una persona debole, è forte, anche se tende ad offendersi ed a piangersi addosso, a volte inventano malattie inesistenti come un “malato immaginario”, al fine di dirigere l’attenzione su di sé. In finale, sono persone che desiderano essere d’aiuto, in cui l’amore è ben sviluppato, ma che permettono alle influenze esterne di interromperne l’efflusso, diventando psicofisicamente disagiate.
La trasformazione con questo fiore che apporta il beneficio è intenso e forte, apporta la capacità di donare senza chiedere niente in cambio, non sapendo se ritornerà l’affetto perciò senza ricompensa, è uno amore incondizionato, puro nel suo equilibrio, sviluppa la virtù dell’altruismo; aiuta a scoprire la libertà di aiutare o non aiutare l’altro, la giusta libertà che permette la generosità amorevole.
Questo crea una condizione di sicurezza in sé stessi, non provando più la necessità di avere bisogno del prossimo, dell’amore dipendente e costretto dell’altro, né ci si domanda quanto si è amati. Quindi, si va incontro alla gente in modo caloroso ed aperto, soddisfando le loro esigenze con generosità e sensibilità.
• Emozioni iniziali (prima di prendere il fiore):
Possessività, controllo, iperprotettività, egocentrismo manipolatorio, il bisogno quindi di attirare attenzione.
• Emozioni evolutive (dopo aver assunto il fiore):
Amore puro ed incondizionato, altruismo, generosità, compassione ed autocontrollo.
Chicory è indicato per coloro che si occupano eccessivamente del benessere e dei bisogni altrui, che ardentemente desiderano aiutare il decadimento del mondo intero, di praticare benedizioni a chiunque, di mostrarsi compassionevole, però sempre in condizione di superiorità, di potere e di dominio, tant’è vero che si tende ad essere sempre riveriti e serviti.
Costoro tendono a prendersi estremamente cura dei bambini, dei parenti, degli amici e trovano spesso sempre qualcosa da rimettere a posto, sono degli iperattivi, la solitudine non è vissuta come un piacere, poiché si aspetta una costante attenzione del prossimo che il Chicory ricerca e richiede con forza.
Coloro che esprimono questo atteggiamento, correggono continuamente ciò che considerano sbagliato per il loro punto di vista ed hanno piacere di farlo. Inoltre, desiderano avere sempre vicino le persone che amano, al fine di ricevere calore ed affetto.
Pertanto, questo rimedio è fortemente indicato per le persone loquaci, che hanno opinioni rigide e ferme, che a volte tendono ad entrare in conflitto con l’altro, immischiandosi, sviluppando malattie psicosomatiche e tosse. Si somministra ai bimbi che spesso attirano l’attenzione eccessiva su di loro.
Questo rimedio è prezioso per quei Chicory che criticano spesso l’altro, che sono invadenti e soffocanti, che si aspettano sempre qualcosa in cambio, coloro che hanno uno spiccato senso di volontà e che si aspettano la coerenza con i propri valori dagli altri, coloro che controllano e manipolano per tenere a sé, che hanno paura dell’abbandono.