Abbiamo partecipato (e per abbiamo intendo tutta la family) al programma di Chiedi a Papà in onda su Rai 3 ogni venerdì in seconda serata dall'8 gennaio scorso ( qui la scheda della nostra famiglia).
Per chi non avesse ancora avuto modo di vederlo, e dovete farlo perché al di fuori di tutto ad ogni puntata vi aspettano grasse risate, questa trasmissione consiste nel vedere come se la cava il papà nella gestione dei figli e di tutto quello che comporta l'amministrazione delle routine mentre la mamma ha una meritata di vacanza di cinque giorni.
Cinque giorni di vacanza pagata. Magari rilassandosi, facendosi coccolare con trattamenti SPA e riuscendo persino a dormire una notte consecutiva come in quei bellissimi ormai lontani tempi in cui non esisteva la prole che guastava il tuo sonno nei momenti più improbabili e dove tu e solo tu decidevi se e quando svegliarti. E la prima domanda che salta in mente ovviamente è: " e chi direbbe di no?!"
Ed è stato proprio questo "l'errore" che ha fatto anche la sottoscritta.
Era luglio, o forse agosto... non ricordo. Vedo una condivisione su Facebook che parla del programma, ne parlo con mio marito e vedendo anche lui super positivo al voler partecipare decidiamo di iscriverci. Abbiamo montato un breve video di presentazione della famiglia, ci siamo iscritti, e abbiamo aspettato notizie convinti anche del fatto che " figurati se chiamano noi!"
Dopo qualche giorno invece iniziammo a fare le varie selezioni con gli autori e chi per loro. Dovevamo partire come prima coppia a settembre ma poi, per motivi logistici abbiamo dovuto rinunciare.
" Non ci chiameranno più" pensai. E se anche da una parte ormai ci avevo fatto quasi l'abitudine al pensiero di andare via da casa per cinque giorni, non mi sono mai soffermata troppo a riflettere su quello che sarebbe successo e con il passare del tempo, me ne dimenticai.
Questo fino a quando non ci hanno proposto di partire proprio nella settimana prima di Natale: panico!
Ci siamo organizzati, eravamo elettrizzati e io ho iniziato a soffrire della sindrome da distacco della mamma chioccia. Ho tartassato mio marito di domande, istruendolo e cercando di addestrarlo proprio come se davanti a me avessi avuto uno dei miei figli nella fase capricci. Ero entusiasta di vivere questa nuova avventura ma come avrei vissuto il distacco dalla mia famiglia? Come se la sarebbe cavata mio marito che non era abituato a gestire tutto da solo? Ma soprattutto come sarei potuta rimanere lontana dai miei bambini dalla quale non mi sono mai separata se non fosse per l'unica occasione nella quale ho partorito il piccolo BigV e ovviamente il fratellone non poteva stare con me in ospedale?
E poi il non sapere dove sarei andata (perché la sorpresa ce la riservarono fino al momento dell'arrivo) e l'incognita di non conoscere la mamma con la quale avrei diviso le mie giornate relax mi avevano caricato di adrenalina e domande ma, allo stesso tempo, avevo il timore di non aver fatto poi la scelta giusta.
E se fosse successo qualcosa mentre ero via? E se ci fosse stato bisogno di me e io non avessi potuto essere presente nell'immediato? Pensieri di una mamma molto ansiosa ma che allo stesso tempo mi stavano mettendo alla prova.
Perché quello che in molti non sanno è che lo scopo della trasmissione è quello di " mettere alla prova i papà " mostrando però anche le emozioni di una mamma lontana da casa.
Sono partita piena di domande senza risposta che hanno continuato ad aumentare fino al mio arrivo a Fiuggi. Una città che non avevo mai visto e che conoscevo solo per l'acqua consumata a litri durante lo svezzamento.
Sono stata accompagnata nel meraviglioso hotel dove avrei soggiornato durante la mia vacanza e dopo essere scesa dalla macchina ho realizzato che l'avventura era davvero iniziata e che per tirarsi indietro era ormai troppo tardi. Soprattutto per soddisfare tutti quei quesiti che mi avevano accompagnato durante i giorni precedenti e alla quale probabilmente avrei dato risposta solo al mio rientro.
Iniziato il congedo da mamma dopo la prima giornata (abbondante) di adattamento, ho incominciato a prendere più in parola i consigli della mia compagna d'avventure. Si perché lo ammetto: per me l'inizio non è stato proprio facile.
Ho avuto però al mio fianco il meraviglioso sostegno di Cristina, una super mamma di cinque figli. E proprio da lei, tra tante chiacchiere e confronti, che ho ricevuto il miglior consiglio che mi potessero dare: " Ormai sei qui, goditi la tua vacanza"
E così ho cercato di fare.
Successivamente alle "prime difficoltà" ammetto di essermi divertita, rilassata, goduta quelle ore come una delle esperienze più belle e interessanti della mia vita da mamma. E poi quando mi sarebbe ricapitato di dormire in un hotel di lusso come quello? Quando mi sarei fatta portare ancora la colazione in camera? Quando avrei potuto sguazzare nella piscina e nell'idromassaggio solo in compagnia di un amica per poi dedicarmi a sauna e massaggi come una vera vip? Probabilmente mai.
Questi sono stati gli sproni giusti nel vivere a pieno quei momenti (oltre all'ottima compagnia) per assaporare ogni attimo del nostro soggiorno anche se, nonostante tutto, non c'è stata una sola notte dove io non mi sia svegliata almeno un paio di volte per cercare i miei figli. Deformità professionale.
Il fatto stesso di essere i protagonisti della nona puntata di questa serie, mi ha aiutato molto a capire le mie emozioni durante le riprese. Ho avuto modo infatti di vedere ogni venerdì famiglie diverse messe a confronto proprio come saranno la nostra e quella di Cristina. Ho studiato le reazioni delle mamme per capire se fossi stata l'unica a provare certe sensazioni e a sentire nel cuore alcune paure.
Ho seguito ogni battuta anche sui social dove ho potuto comparare commenti piacevoli e non e cercare di tradurne alcuni nel capire perché fossero stati fatti.
Non è facile infatti comprendere a pieno quanto possano essere amplificate le emozioni per chi sta davanti alla telecamera in una situazione così diversa dalle proprie abitudini. Personalmente infatti sono passata dalla risata alle lacrime con estrema facilità e non me ne vergogno.
Non sentire la tu famiglia per giorni, per una mamma che non si è mai allontanata da casa non è impresa da poco. E io sono orgogliosa di dire che nonostante già sapessi bene quanto amo mio marito e i nostri figli, ho capito realmente quanto facciano parte di me. Quanto siano importanti i veri valori della mia famiglia ma soprattutto quanto mio marito, nonostante la mia diffidenza iniziale, sia una persona che può stupire.
Cinque giorni possono sembrare niente e possono essere tutto e nonostante sia un esperienza che ripeterei altre mille volte per il meraviglioso bagaglio che mi ha permesso di portarmi dietro al ritorno, ritrovare la mia famiglia è stata forse l'emozione più forte di tutta questa avventura.
Probabilmente, se non fosse stato per Cristina e per la sua piacevole compagnia, tutto sarebbe stato notevolmente diverso, oltre che più difficile, e una delle cose più belle che mi ritrovo grazie a Chiedi a papà, è proprio la meravigliosa amicizia nata in quei giorni e che da allora prosegue con vera gioia.
Tutto è stato emozionante, commovente, divertente, ... delle volte persino strano! Ma è servito a me, è servito a mio marito e anche se probabilmente vista l'età non avrò mai una conferma da parte loro, sono sicura anzi, strasicura, che sia servito ai miei figli per fare quelle cose che con la mamma non sono concesse.
Poter passare più tempo soli con il papà e scoprirsi come fino a quel momento non era stato possibile, dare anche a loro un pò più di libertà magari trasgredendo qualche regola perché, d'altronde, io sono andata in vacanza ma, se conosco i miei uomini, a loro non è di certo andata peggio!
Vi aspetto stasera venerdì 11 marzo alle 22:50 su Rai3
Seguimi anche su Facebook e negli altri canali social di MammaCheVita