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Chiedimi se sono felice…

Da Alessandro Vella @alevella

successoIl miglior parametro del successo è la felicità!

Sei felice con te stesso? La coppia è felice? Ed i membri della famiglia sono felici? Sei felice nel tuo lavoro? Sei felice nelle relazioni?

Nel mondo del business, troppo spesso si associa il successo solamente alla realizzazione di questa unica area: quanto hai raggiunto traguardi importanti; l’espansione che stai guidando; il patrimonio generato; e così via. Ma è solamente uno dei campi che devi coltivare con cura, passione ed amore.

Allargare lo sguardo ti consente di mettere la giusta attenzione a tutto il tuo giardino, un’enorme distesa colorata. Sta a te coltivare e godere dei frutti, scoprirai anche il piacere di condividere il raccolto. Dovrai dedicare un’interesse diverso a seconda delle stagioni e necessità di ogni campo, esattamente sono 7:

  1. tu
  2. coppia
  3. famiglia
  4. lavoro
  5. amici
  6. sociale
  7. spirito

Il primo ed il settimo sono in connessione, perché attraverso un lavoro su te stesso riscopri la parte spirituale; ed attraverso un lavoro spirituale riscopri te stesso.

Ma cos’è la felicità?

Per me felicità è armonia: una consonanza di ciò che dovrebbe essere e ciò che è; di pensieri, parole, azioni e risultati; di comprensione ed  intenti con altre persone; di ciò che sei e ciò che fai; di differenze che diventano comprensione e sinergie.

Ci saranno momenti in cui ti dedicherai maggiormente al giardino del business, altri a quello della coppia o della famiglia; ma non dimenticare mai l’esistenza di tutti i giardini mentre ti dedichi ad uno di essi. Trascurare un giardino significa impoverirlo dei suoi frutti fino a farlo diventare arido; recuperarlo richiede un grande sforzo che non è detto che basti per farlo riprendere. Quando sbagliamo, dovremmo comprenderne la lezione ma non sempre è così. Tendiamo a coltivare il terreno più fertile, quello con meno pietre; evitiamo lo sforzo della bonifica dimenticando che spesso siamo la causa dell’osticità di quel terreno.  Ecco il senso della responsabilità: prendersi cura di ogni giardino del nostro immenso campo.

Ma se il campo è immenso, come possiamo riuscire a coltivarlo tutto?

Qui occorre ampliare l’osservazione uscendo da noi stessi ed accorgendoci che abbiamo dei campi in comune, in realtà siamo interconnessi gli uni agli altri. In questa visione, prendersi cura degli altri equivale a prenderci cura di noi stessi. Il giardino della coppia diventerà arido se si pensa che sia solamente responsabilità di uno o dell’altro; la vera responsabilità è imparare a curarlo insieme migliorando la relazione attraverso la comprensione. Vale lo stesso discorso per la famiglia, il lavoro, le amicizie, il sociale. Il fallimento che vediamo dilagare è dovuto ad una mancanza di fiducia: ognuno coltiva il suo orto pensando che sia solamente suo. D’altronde le scottature del passato bruciano ancora; così cambiamo la nostra visione e ci adeguiamo a ciò che non vorremmo che fosse. C’è chi la chiama sopravvivenza, io la definisco prigione.

Fortunatamente, alcune persone mantengono viva quella visione e continuano a provarci, a credere che si può ritornare ad essere insieme con fiducia ed armonia. Se ci pensi un attimo, i giardini di cui ti ho parlato, sono tutti livelli di responsabilità via via più alti: si parte dal prenderti cura solamente di te stesso, poi si passa ad essere in due, quindi la responsabilità si allarga alla famiglia, ed ancora al gruppo di lavoro, agli amici, alle persone in quanto esseri, alla parte spirituale che ci ricorda il nostro essere UNO (essa chiude e riapre il cerchio della vita).

Ci hanno abituato alla divisione, all’utilizzo automatico di “o”: o sei ricco o sei spirituale; o business o vita; chi fa da sé fa per tre; fidarsi è bene, non fidarsi è meglio; non puoi avere tutto nella vita; i soldi non fanno la felicità. Ne ho citate solo alcune, quante volte hai sentito frasi del genere? Tutto fatto ad arte per introvertirti.

La felicità dipende fino ad un certo punto dalle condizioni esterne, ma soprattutto da quelle interne. Non aspettare che cambino le circostanze esterne;  non trasformare l’infelicità in abitudine; quando sei infelice dimentichi i giorni in cui sei stato felice. Non saresti in grado di apprezzare le giornate di sole se non ci fossero quelle nuvolose e ricorda che la pioggia arricchisce i campi. Una forte determinazione ad essere felice ti aiuterà! 

E’ il momento di essere estroversi. Passa subito all’azione, prendi ogni area del tuo immenso campo e rispondi alle domande che ti suggerisco:

  1. cosa voglio migliorare per essere più felice con me stesso?
  2. cosa mi rende felice nella coppia? cosa rende l’altra persona felice nella coppia? cosa possiamo fare insieme per essere più felici?
  3. cosa mi rende felice in famiglia? cosa rende le altre persone felici in famiglia? cosa possiamo fare insieme per essere tutti più felici?
  4. cosa mi rende felice nel lavoro? cosa rende le altre persone felici nel lavoro? cosa possiamo fare insieme per essere tutti più felici?
  5. cosa mi rende felice nelle amicizie? cosa rende le altre persone felici nelle amicizie? cosa possiamo fare insieme per essere tutti più felici?
  6. quale impegno mi rende felice nel sociale? quale contributo di valore voglio dare?
  7. cosa voglio migliorare della spiritualità per essere più felice?

Coltiva ogni settimana tutti i giardini almeno una volta, prenditi cura di essi, falli fiorire, raccogline i frutti e prova la gioia di condividere insieme ad altri questo piacere. Il miglior modo per avere successo è rendere ricco di frutti tutto il giardino della felicità!

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