Perché dal punto di vista illustrativo Chienne d'histoire (2010) è un tesoro che Serge Avedikian, uno che di mostruosità ne sa qualcosa visto che i suoi genitori sopravvissero al Genocidio armeno, schiude con perizia lasciando intravedere un luccichio ammaliante; è potente l’alternanza tra campi totali così dettagliati da sembrare delle diapositive colorate, e gli atti narrativi della storia in cui gli acquarelli rendono imprecisi tanto i contorni quanto i pieni, sicché tutti i cani divengono chiazze omogenee, una traduzione precisa di quello che sono per gli occhi dei potenti: macchie da debellare, ergo: una città da “decanizzare” e renderla candida come lo sono le grandi città europee. Avedikian espone il prezzo di un sacrificio inutile che pur essendo altissimo viene completamente ignorato: di fronte al latrato di esseri viventi agonizzanti, mangiati dai corvi e costretti a mangiarsi tra di loro, il piccolo uomo si tappa le orecchie.
Perché dal punto di vista illustrativo Chienne d'histoire (2010) è un tesoro che Serge Avedikian, uno che di mostruosità ne sa qualcosa visto che i suoi genitori sopravvissero al Genocidio armeno, schiude con perizia lasciando intravedere un luccichio ammaliante; è potente l’alternanza tra campi totali così dettagliati da sembrare delle diapositive colorate, e gli atti narrativi della storia in cui gli acquarelli rendono imprecisi tanto i contorni quanto i pieni, sicché tutti i cani divengono chiazze omogenee, una traduzione precisa di quello che sono per gli occhi dei potenti: macchie da debellare, ergo: una città da “decanizzare” e renderla candida come lo sono le grandi città europee. Avedikian espone il prezzo di un sacrificio inutile che pur essendo altissimo viene completamente ignorato: di fronte al latrato di esseri viventi agonizzanti, mangiati dai corvi e costretti a mangiarsi tra di loro, il piccolo uomo si tappa le orecchie.