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Chiesa dell'Amore e Chiesa del Potere / Una risposta poco convincente

Creato il 09 agosto 2012 da Marianna06

De_chirico_enigma_oracolo

 

Pur essendo estremamente logica e culturalmente più che corretta la risposta che Umberto Galimberti dà a un  lettore, nella sua rubrica settimanale, sul periodico Repubblica-Donna (domanda e risposta sono reperibili anche online) a proposito di una Chiesa, che è contemporaneamente amore e potere, io non so perché ma la stessa non mi convince o,  quanto meno, proprio per le argomentazioni addotte, mi ha lasciato e mi lascia, ancora ora che ci ripenso, piuttosto insoddisfatta.

E’ quasi come sentire parlare uno dei soliti detrattori dell’operato della Chiesa, che vede nell’esercito dei volontari , che si adoperano per chi ha del bisogno vero e urgente ,o nei consacrati,  degli ingenui tout court. Delle anime belle e buone,che si prestano, cui la Chiesa affida nel percorso esistenziale questo genere di copione.

In sostanza il professore scrive che la forza della Chiesa, che ha vita lunghissima e cioè i più che rispettabili suoi  duemila anni, dipenderebbe dal fatto che essa Chiesa riesce a fare convivere due realtà di per sé inconciliabili. Amore e potere.

 Ma se il chiarimento consiste nel fare riferimento al doppio binario- come  Galimberti stesso afferma – per cui le pratiche di amore e di carità ( io penso all’Africa e non solo) vanno bene solo fino a quando non confliggono con l’esercizio del potere e, se questo accade,ci si limita per forza di cose alla  semplice testimonianza oltre la quale non è consentito esporsi, il tutto, almeno per me, è estremamente riduttivo e anche, mi permetto di dire, piuttosto banale come spiegazione.

Lo stesso argomento, considerato uno dei tre mali della Chiesa e incluso in quello che oggi giorno si può definire affievolimento generalizzato della fede, è affrontato molto diversamente da Vinicio Albanesi, prete,responsabile della Comunità di Capodarco.

Con molta chiarezza di idee, don Albanesi,nel suo ultimo libro “I tre mali della Chiesa in Italia. Ritrovare futuro”-edito dall’editrice Ancora,in questi giorni nelle librerie, a proposito di “potere” in alto e in basso nella gerarchia ecclesiale, che tante giuste e sante critiche si vede appioppate di questi tempi, sostiene che non possiamo assolutamente esigere da altri quello che non riusciamo a fare  noi per primi.

E continua sottolineando la richiesta di coerenza che la gente comune, appunto, domanda non solo nello stile di vita ma soprattutto nella gestione del potere e dei soldi.

E, ancora, poiché anche all’interno della Chiesa stessa sono stati spostati oltre il consentito alcuni paletti, non resta altro che la testimonianza autentica e sincera, di chi  fa della “parola”  di Cristo, proprio perché ci crede, il proprio GPS nel complesso percorso della vita.

Contro un’immagine di Chiesa inquinata occorre, insomma, ci suggerisce don Albanesi ,mettere in campo tutto il coraggio e la forza della coerenza, proprio perché ci diciamo cristiani, anche quando tutto parrebbe esplicitare il contrario.

Tenendo conto, però, che l’ interlocutore critico deve essere, comunque, libero  di pensare e di  agire in maniera differente. Confronto libero delle posizioni più diverse di una Chiesa che , nei fatti, é  in uno Stato laico.

Solo così, infatti, io  credo, è possibile oggi rendere conto della propria fede e riuscire ad essere convincenti in un mondo necessariamente e, tutto sommato, fortunatamente plurale.

Una fede, ovviamente, che porti poi, dopo la riflessione e la contemplazione, all'azione.

E lo faccia con quell'onestà per cui siamo stati creati,da sempre,  uomini e donne liberi.

 

   a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

Il dipinto in alto ,che accompagna il testo, è del noto pittore Giorgio De Chirico ed ha per titolo "Oracolo".


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