In Germania vi è una forte immigrazione, quindi nelle città , anche piccole come la nostra, si trovano diverse culture a contatto. Nelle classi elementari dei nostri figli coabitano ad esempio bambini di setto ,otto e a volta anche di più , nazionalità diverse. Questa diversità si rispecchia chiaramente anche nella religione e all’interno della stessa religione. Gestire appunto diverse culture non è cosa facile sopratutto qui , appunto sulla frontiera, dove le “guardie” rimaste (i sacerdoti) sono pochi. Succede quindi che da un lato in una chiesa della nostra parrocchia si celebri una messa in lingua ( in croato) per aiutare l’integrazione di una grossa comunità. Questo è un’ottima cosa per tranquillizzare gli animi, per tenere separate con una paratia due culture che potrebbero essere uguali ma che di fatto non lo sanno dato che perdono appunto un punto di contatto.
Mesi fa abbiamo conosciuto una famiglia romena, cristiana molto praticante con svariate sfortune famigliari e che hanno fatto pure loro diversi pellegrinaggi a Medjugorie. Non sono in Germania anche loro da tanto ma cercano il continuo contatto con altri cristiani, come normale, per rafforzare la fede. Cosa che cerchiamo anche noi dato che le braci bruciano meglio se vicino ad altre braci. Quindi si è cercato di istituire insieme un Rosario prima della messa del giovedì, magari a volte con canti di Medjugorie in tedesco. L’obiettivo era di coinvolgere il più possibile la popolazione ultra settantenne e che magari questi si chiedessero dov’erano finiti i propri figli e chissà…. Portare a volte anche loro. Già dalle prime volte però abbiamo notato sguardi strani dal popolo locale. Non da tutti. Alcuni hanno partecipato volentieri ai nuovi tipi di canti e pregato con noi. La famiglia rumena ha voluto estendere il Rosario anche alla domenica, sempre prima della messa. Noi di solito facciamo messa nella chiesa vicino a casa e non abbiamo potuto sostenerli molto ma dopo qualche settimana è arrivata la ribellione degli unni. Si infatti i pellegrini locali, quindi tedeschi, si sono rivolti al consiglio parrocchiale e al parroco stesso: volevano rimanere in silenzio prima della messa, non aver qualcuno in sottofondo che prega. Ho trovato il tutto singolare e il parroco non ha potuto far altro che accettare la protesta. Il portavoce degli unni ha bollato, il gruppetto del Rosario, come fanatici.
Bisogna osservare in questo frangente come la religione colpisca nel profondo i teutonici, ritenuti freddi per natura e invece portati anche loro, come tutte le genti, ad azzuffassi per qualcosa. In questa nazione in cui l’integrazione delle varie popolazioni è fantastica, quando si parla di religione casca un po’ il palco, vengono fuori i sentimenti, le rimostranze e le impuntature.
Dalla parola “fanatici” mi è scattata una molla, è per me una parola molto affascinante. Fanatico è qualcuno che davvero è innamorato di quello che prega, del Dio vivente. Un cattolico dovrebbe essere fanatico e amare con tutto quello che è il suo essere Dio e Gesù. Essere fanatici ci farebbe guardare solo a Dio, lasciar perdere tutto il fumo che la nostra società ci mette davanti con la sua vanagloria. Forse quello che dico sembra fuori dal tempo, sembro uscito fuori dal medioevo come qualcuno mi ha additato in questo mondo virtuale che è fatto di blog. Fatto di tante verità , di tanti punti di vista, di tanti “secondo me”. Tutti pronti ad aizzarsi contro al salmone di turno, a quello che ha visto nella parte contraria della corrente la sua fortuna. Non sono forse anche i mussulmani fanatici? Ma loro stanno simpatici a tutta la società normale. Ma la società normale chi è da chi è costituita. Purtroppo da tempo le cose esistono veramente solo se passano su TV e giornali. Quindi quella è la società normale. Il modo comune di pensare è fatto dall’insieme dei media di comunicazioni odierni. Quello che passa fuori, semplicemente non esiste. Questo vale per Radio Maria ad esempio. Questo vale quindi per i giornalisti in generale, per la TV in generale: mussulmani fanatici pazienza, cattolici fanatici non se ne parla anzi da mettere al bando. Chi non si uniforma è fuori, è sbagliato, non ha diritto di replica o di parola.
Ma parlo dalla frontiera della chiesa, parlo da una landa desolata piena di ricchezze ma povera di fede e di credo. Spero solo che questa avanzata possa in qualche modo fermare, spero solo che la fede sepolta in questi cuori di ghiaccio si riscaldi in qualche modo e sciolga tutto il resto. Spero che questa situazione non si ossa ripetere in Italia. Spero venga un giorno in cui vedrò le chiese qui in Germania piene di gente a pregare. Già pregare: qui è solo roba per vecchi ed emigranti fanatici…. Io vecchio non mi sento ancora, quindi sono dell’altra specie.