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Chiesa, “imunità” in 7 mosse

Creato il 08 ottobre 2012 da Albertocapece

Chiesa, “imunità” in 7 mosseE’ stato un balletto alla faccia degli italiani. Molti dei quali magari  hanno pure creduto che il governo dei tecnici volesse davvero far pagare l’Imu agli immobili della Chiesa o quanto meno a quelli che con un altarino cercano di trasformasi da lucrose attività commerciali a luoghi di preghiera. Ma si è trattato di un gioco per carpire la buona fede, se così si può dire, le cui mosse sono riassumibili in 7 punti.

1) Dapprima la Chiesa per bocca di Bagnasco nell’autunno del 2011 smentisce di essere esentata dalla tassa.

2) Anche a causa delle pressioni europee nel febbraio di quest’anno viene annunciato un accordo fra Monti e i vertici vaticani  in forza del quale dovrebbero pagare la tassa le proprietà ecclesiastiche a parziale uso commerciale.

3) Quando però il governo annuncia la buona novella – è il 15 febbraio – si leva dal mondo cattolico un grido di dolore e si dà per certa la chiusura di molte strutture e scuole cattoliche.

4) Colpito dalle reazioni, una settimana dopo, Monti fa sapere che saranno comunque esentate quelle strutture che pur commerciali non producono utili. Un’ingiustizia dunque ancora più grande e anche un ‘invito sottinteso a formulare bilanci perché si adattino a questa interpretazione. Ciò per evitare la chiusura di scuole che oltre al foraggiamento pubblico, statale e regionale chiedono fino a 3500 euro al mese fra retta e mensa.

5) Con questa bella trovata, sulla quale non vengono date altre spiegazioni, la questione si inabissa in un’universo carsico dove i media sanno far sparire le questioni scomode per i loro editori.

6) Ai primi di settembre, visto che l’Europa incombe,  la faccenda riesplode e si scopre che non esiste alcun decreto attuativo. Gli italiani sono stati presi in giro? Certo che no, il ministro Grilli (uomo che da certezze, soprattutto alle sue due mogli) assicura che il decreto è in preparazione.

7) Ai primi di ottobre esce il decreto. Ma è sbagliato

Ci vorrebbe un ottavo punto: smetterla di chiamare Monti professore e chiamarlo don.


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