Chihei Hatakeyama è un dronegazer giapponese, in buona sostanza. Rilegge in chiave ambient le suggestioni di band come My Bloody Valentine, Slowdive o anche Cocteau Twins, processando un certo tipo di suono di chitarra col suo laptop e unendolo a quello di altri strumenti “trasfigurati” dal digitale. Il fatto che appaia su Room40 di Lawrence English, dunque, non stupisce, così come non è strano che abbia iniziato su Kranky. Né, giunti al 2015, questo sound suona fresco alle orecchie di chi ascolta, ma a nove anni di distanza dall’esordio è normale e scontato che sia così. Di sicuro qui ci troviamo di fronte alla raffinazione estrema del discorso, perché ogni traccia è come un’apparizione celestiale, quasi del tutto priva del legame con gli strumenti di partenza che l’hanno realizzata, se non quel tanto che basta per farceli indovinare, come quando di colpo ci svegliamo nel pieno chiarore e coi sensi ancora confusi riusciamo con grossa soddisfazione a non dimenticare quello che stavamo sognando.
Non che non si possa prescindere da Moon Light Reflecting Over Mountains, però è un buon lavoro.
Tracklist
01. Prince Of The Sea
02. A Narrow Path Of The Sacred Forest
03. Broken Mirror
04. Mausoleum
05. A Bronze Pike
06. Journey To The Imaginary Paradise
07. Phantom Voice
08. End Of The Night
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