Più volte su queste pagine abbiamo parlato di bambini cattivi (intesi come diaboligi e malvagi, non quelli che si alzano da tavola prima di aver finito gli spinaci) ma non c’è dubbio che i bambini del grano creati da Stephen King siano i più diabolici di tutti.
Children of the cornn: Genesis riprende il soggetto originale per raccontare una nuova storia, uno spicchio di terrore in una zona sperduta della California.
Una giovane coppia (le incinta) rimane con la macchina in panne nel nulla degli USA dell’ovest.
A piedi raggiungono una casa isolata in cui vivono un vecchio predicatore ultrareligioso e la sua giovane moglie arrivata dall’est europa.
Il clima è teso, l’uomo non sembra volerli aiutare, li manda via.
Ma come nei più classici horror loro insistono per restare e finisce che passano lì una notte da incubo.
La casa li imprigiona, il vacchio racconta strane storie di bambini e di diavoli, la donna è ancora più inquietante.
Ma soprattutto i due scoprono che nel fienile è nascosto qualcuno… un bambino?
Ovviamente, visto che stiamo parlando di questo film.
Joel Soisson fa un lavoro discreto.
Il film è ben fatto, con la giusta tensione e mostra pochissimo… molto più quello che fa intuire.
Si comincia con un salto nel 1973 e con un funzionante riferimento alla guerra del Vietnam che mette subito tutto in dubbio: di chi è la colpa davvero? Possibile che sia dei bambini malvagi o dell’uomo che si nasconde nel grano?
Tutto il film gioca sul dubbio, sulle domande, sulle insinuazioni, su rivelazioni e su cose non dette.
Il vecchio e la moglie raccontano un sacco di cose, i due ragazzi ne vedono molte altre, ma cosa è vero? Cosa è sogno? Cosa suggestione?
L’entità (il bambino? il demone?) insinua dubbi e visioni e gioca con le debolezze e i segreti dei protagonisti.
Il risultato è un horror psicologico che non da risposte certe in cui l’intero cast si muove in maniera degna ma non memorabile.
Qualcosa in più mi sembra riesca a dare solo Kelen Coleman nel ruolo della futura mamma, puntando l’attenzione soprattutto sulle debolezze femminili.
Alla fine è ancora una volta colpa di Eva? Non saprei ma non c’è dubbio che le insicurezze, la curiosità, le idee che cambiano della protagonista portino lei ed il marito dritti dritti nel culo dell’inferno.
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