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(china day) life without principle

Creato il 21 giugno 2015 da Kelvin
(CHINA DAY) LIFE WITHOUT PRINCIPLE

L'idea, come al solito della volitiva Alessandra del blog Director's Cult, era stimolante: trasformare il 21 giugno (solstizio d'estate) nel "Giorno del Dragone", ovvero un "day" tutto dedicato alla cinematografia cinese. Solo che, smorzato l'entusiasmo iniziale, ecco giungere i primi dubbi: si fa presto a dire Cina, insomma... il cinema cinese è un universo a sè, sterminato e complesso, difficile da trattare: da un lato la produzione nazionale, ancora giovane e acerba, che fatica a liberarsi da decenni di censura e isolamento. Dall'altro la Cina "libera", indipendente, democratica, coloniale e ricca di influenze europee (Hong Kong, Taiwan), autentica fucìna di maestri. E allora, per non scontentare nessuno, ecco che il nostro celebration-day si sdoppia per l'occasione abbracciando entrambe le culture: occhio quindi ai link in fondo alla pagina con i nomi di tutti i colleghi blogger aderenti all'iniziativa!


Poi, per quanto riguarda il sottoscritto, la scelta è stata quasi obbligata vista la personale predilezione per la cinematografia hongkonghese i suoi esponenti più illustri. Uno di questi si chiama Johnnie To, e questo film (purtroppo inedito in Italia) è davvero un ritratto atroce del nostro tempo. Buona lettura e buona visione!


(CHINA DAY) LIFE WITHOUT PRINCIPLELIFE WITHOUT PRINCIPLE
(Dyut meng gam)
di Johnnie To (Hong Kong/Cina, 2011)
con Ching Wan Lau, Terence Yin, Richie Jen, Denise Ho, So Hang-Suen, Lo Hoi-Pang
durata: 106 minuti
Un ispettore di polizia onesto e ligio al dovere si ritrova improvvisamente a corto di soldi a causa della moglie, che ha versato la caparra per un lussuoso appartamento che la coppia non può permettersi. Un delinquentello di mezza tacca cerca di guadagnare, giocando in borsa, il denaro necessario per pagare la cauzione al boss locale e farlo uscire di galera. Un'impiegata di banca per mantenere il posto di lavoro è costretta a vendere prodotti finanziari rischiosissimi a persone anziane e sprovvedute. Tre storie di ordinario squallore nella Hong Kong di oggi, dove ognuno dei protagonisti ha un disperato bisogno di soldi. A fare da collante alla tre storie una valigia con dentro cinque milioni di dollari sporchi, che cambia continuamente padrone...
A quasi novant'anni di distanza dall'epico Greed, il capolavoro maledetto di Erich Von Stroheim, un regista asiatico torna a girare uno spaccato di grande efficacia e spaventosa attualità sulla cupidigia umana, dirigendo un efficace thriller sul mondo deviato e ingordo della finanza e della speculazione internazionale, che costringe non solo i criminali ma anche persone oneste e ordinarie, apparentemente irreprensibili, a rinunciare a qualsiasi principio morale (ecco il significato del titolo) pur di guadagnare più soldi possibile, a scapito della povera gente, solo per mantenere un "posto al sole" nella scala sociale.
(CHINA DAY) LIFE WITHOUT PRINCIPLECosì, la valigia piena di contanti (vera protagonista del film) passa di mano in mano lasciandosi dietro una scia di sangue e violenza senza scrupoli, finendo nel posto più impensato possibile e cambiando il destino (nel bene e nel male) di tutti quelli che la intercettano. Alla fine però nessuno potrà definirsi del tutto "pulito" e immune al cospetto del dio denaro...
E' un vero peccato che questo film di Johnnie To, autentico "maestro" del noir hongkonghese, non sia mai uscito in Italia... passato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia del 2011 (e purtroppo oscurato dalla grandezza del Faust di Sokurov), Life without principle è una pellicola che all'epoca anticipava clamorosamente la bolla finanziaria che avrebbe scatenato la crisi economica che ancora stiamo pagando, mostrando inesorabilmente le due facce della speculazione: da una parte la paura della gente comune che si precipita in banca a ritirare i propri risparmi, dall'altra gli "squali" della finanza che riescono ad arricchirsi sulla pelle delle persone oneste, approfittando della situazione.
(CHINA DAY) LIFE WITHOUT PRINCIPLEE chiaramente il sottoscritto, che di professione fa il bancario, non può non lasciarsi impressionare dalla lunga sequenza in cui una giovane impiegata di banca "convince" una pensionata ad acquistare un prodotto ad alto rischio, nonostante l'evidente disagio personale e professionale. Sono quindici minuti esemplari, raggelanti nella loro drammaticità, carichi di tensione e rabbia repressa, che dovrebbero vedere tutti coloro che hanno qualche soldo da investire e che ancora scambiano la figura del banchiere con quella del bancario... quindici minuti che conferiscono al film un peso e un'intensità inusitati, perfetti per far comprendere chi manovra oggi le sorti del mondo e quanto noi poveri mortali siamo deboli e succubi di fronte a certe stesse manovre.
(CHINA DAY) LIFE WITHOUT PRINCIPLELife without principle è un film che colpisce ed emoziona, lasciandoti dentro un'inevitabile sensazione di amarezza e impotenza. Con buona pace di Oliver Stone, è lecito dire che questo è il vero Wall Street: Johnnie To costruisce una pellicola stilisticamente ineccepibile, di disarmante attualità e che al contempo strizza l'occhio ai grandi classici del passato: impossibile, infatti, non pensare a Rapina a mano armata di Kubrick e a quella valigia che cambia continuamente padrone. Solo che qui al posto delle pistole ci sono i numeri della Borsa. Il mondo cambia e si evolve, non necessariamente in meglio.
IL "CHINA DAY" CONTINUA SU:
IL BOLLALMANACCO DI CINEMA ("Storie di fantasmi cinesi", Siu-tung Ching 1987)
DIRECTOR'S CULT ("The Killer", John Woo 1989)
SCRIVENNY 2.0 ("Lanterne rosse", Zhang Yimou 1991)
THE OBSIDIAN MIRROR ("I love Bejing", Ning Ying 2000)
NON C'E' PARAGONE ("Infernal affairs", Wai-Keung Lau 2002)
RECENSIONI RIBELLI ("La città proibita", Zhang Yimou 2006)
WHITE RUSSIAN ("Il tocco del peccato", Zhangke Jia 2013)
MARY'S RED ROOM ("Closed doors village", Xing Bo 2014)
MONTECRISTO ("Mountains may depart", Zhangke Jia 2015)

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