China-Eurasia Expo

A luglio avevo dato notizia dell’inaugurazione delle rotta aerea Shanghai-Urumqi-Istanbul, per collegare lo Xinjiang cinese – già Turkestan orientale – alla Turchia, rispolverando per l’occasione un articolo dell’anno scorso sui rapporti sino-turchi. L’agenzia cinese Xinhua, pochi giorni fa, ha parlato di un nuovo tassello nella ricostruzione della via della Seta: l’accordo siglato proprio a Urumqui – nell’ambito del primo expo China-Eurasia – per la realizzazione di un parco industriale che prevede robusti investimenti turchi, anche nel settore delle nuove tecnologie. Cito da un mio precedente articolo, sulla visita di Wen Jiabao in Turchia nello scorso ottobre: “L’ambizioso obiettivo fissato dalle intese economiche – di gran lunga le più rilevanti – è di triplicare l’interscambio tra i due paesi entro il 2015, da 17 a 50 miliardi di dollari, e fino a portarlo a 100 entro il 2020 – tra l’altro uilizzando non più i dollari americani ma le monete nazionali. Secondo le aspettative del ministro Çağlayan, questa esplosione del volume degli scambi dovrà necessariamente accompagnarsi a un forte riequilibrio della bilancia commerciale, oggi pesantemente sbilanciata a favore della Cina: attraverso l’incremento delle esportazioni di prodotti finiti e semi-lavorati, degli investimenti turchi in Cina, del turismo cinese in Turchia, delle joint-ventures nei paesi in via di sviluppo; soprattutto in Africa, dove Cina e Turchia hanno avviato programmi di penetrazione economica, a volte in competizione tra loro: e dove si punterà invece alla cooperazione – soprattutto per i grandi progetti infrastrutturali – fondata sugli alti contenuti ingegneristici turchi e sulla manodopera a basso costo cinese.“