Credo che ormai molti di noi conoscano il platano (o plantano), quella parente stretta della banana, più simile a una patata che al frutto dolce che conosciamo. Molto spesso, a seconda del contesto, i due nomi sono strettamente associati, tanto che non è raro trovare la dicitura “banana platano”. In effetti l’aspetto e la famiglia è la stessa, e la provenienza pure.
Come si cucina un platano? Io per ora ho provato una ricetta diffusa sia in sud America che in Africa, tant’è che la stessa preparazione mi è stata indicata sia da un nigeriano, sia da un colombiano.
Platano o plantano.
Passiamo quindi agli ingredienti, che sono veramente pochi e basilari:
- Platani
- Acqua salata
- Olio per friggere
Tutto qui? Sì, tutto qui. La preparazione è semplice e lo si deduce appunto dai pochi ingredienti necessari.
Chips pronte
Per prima cosa aprite la scorza del platano, che a differenza della buccia morbida della banana, è legnosa. Prendete la polpa interna, dura a sua volta come una patata, e tagliatela a rondelle fini. Immergetele poi nell’acqua salata fredda, consiglio che do anche per quando preparate le patate. Lasciate le rondelle immerse per almeno 15 minuti, mentre l’olio si scalderà e raggiungerà la temperatura ottimale. Preferite una frittura a immersione in una pentola, o la friggitrice, piuttosto che poco olio nella padella. Infatti, vedrete che saranno meno pregne d’olio con questo sistema. Una volta che l’olio sarà caldo, asciugate le rondelle con carta o uno strofinaccio pulito, tuffatele nell’olio e ripescatele quando saranno dorate. Mettetele su carta da forno e tamponatele delicatamente.
Le chips sono pronte. Facile, no?