Pietro Versari, direttore della Neurochirurgia: “Uno dei principali obiettivi della neurochirurgia è quello di trattare differenti patologie del cervello cercando di ridurre al minimo il potenziale danno delle funzioni cerebrali. Concetto è particolarmente valido nella patologia tumorale dell’encefalo, poiché una grande percentuale di questi tumori si localizza in aree fondamentali per il linguaggio ed i movimenti del corpo. Affinché la metodica sia accurata e affidabile, è necessario che il paziente sia sveglio e collaborante per buona parte dell’intervento chirurgico. A tal fine è necessario che nel periodo preoperatorio sia stata instaurata una relazione di confidenza e fiducia con l’equipe chirurgica, anestesiologica ed infermieristica. È necessario che il paziente possa contare su un supporto non solo medico ma anche psicologico ed umano, visto che lo sforzo sia fisico che emotivo è notevole”.
Nicoletta Vivaldi, direttore dell’Anestesia e Rianimazione, spiega: “Grazie ai nuovi farmaci dell’anestesia, è possibile ottenere una sedazione ed analgesia molto efficace lasciando integra la respirazione autonoma del paziente: in pratica, non c’è bisogno d’intubazione. Durante l’intervento l’anestesista è il punto di riferimento costante per il paziente, ma soprattutto per il chirurgo, che lavora secondo le indicazioni che gli vengono fornite dal paziente stesso nell’interazione con l’anestesista”.