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chissà se Fini avrà coraggio...

Creato il 07 novembre 2010 da Nomadus
chissà se Fini avrà coraggio...
Nel limaccioso e poco limpido scenario della politica italiana non sempre si riescono a scorgere protagonisti (veri o presunti) che, all'atto pratico, riescono a trasformare in fatti concreti le molteplici e a volte stucchevoli parole di buoni propositi e di veraci intenzionalità. Non tutti hanno il necessario coraggio per mettere in campo la propria autorevolezza e il proprio peso politico e morale per prendere le dovute e improcrastinabili decisioni. Ai tempi della Prima Repubblica (ammesso e non concesso che ci troviamo nella Seconda) era in voga il più sfrenato politichese, ad uso e consumo dei baroni dell'arte della NON comunicazione, ovvero di quella particolare facoltà di parlare al popolo senza farsi (volutamente) capire e nel contempo di mandare messaggi più o meno trasversali a fiancheggiatori e ad avversari della scena politica. Termini tanto cari ai vari Andreotti, Moro, Rumor, Gava, De Mita e quanti altri, come ad esempio "convergenze parallele" o "compromesso storico", ancora oggi (debitamente ed opportunamente trasformati) allignano negli animi e nelle proposizioni mentali dei maggiori leader di casa nostra. Partendo da questo mio incipit, forse un pò troppo arzigogolato, volevo mettere in evidenza la mia particolare attesa per l'odierno discorso che tra poche ore pronuncerà Gianfranco Fini a conclusione della convention di Futuro e Libertà in corso a Bastia Umbra. Ieri ho seguito tramite la diretta di SKYTG24 il suo breve discorso d'apertura che aveva un non so che di avvisaglia per le truppe berlusconiane che oggi ci sarà qualcosa di fragoroso; ho apprezzato anche l'accalorato intervento di Italo Bocchino nonchè la perfetta interpretazione (da impeccabile uomo di spettacolo) di Luca Barbareschi nel leggere il Manifesto per l'Italia, con il sontuoso sottofondo delle musiche di Ennio Morricone prese in prestito dal film "C'era una volta in America". Insomma, a ben vedere, l'atmosfera che aleggiava ieri alla convention di Futuro e Libertà per l'Italia era quella tipica del giorno antecedente l'evento in pompa magna, la fibrillazione ideale prima dell'avvenimento clou, l'anteprima scoppiettante del piatto forte del giorno dopo. Adesso sta a Gianfranco Fini non smentire le premesse, non tradire le attese, non frustrare le prospettive di reale cambiamento che una parte d'Italia chiede volutamente e sinceramente. Anche il sottoscritto fa parte (paradosso dei paradossi) di questa frangia italiana in procinto di catapultarsi in una nuova era della stagione politica nazionale, quella del post berlusconismo. Tutti gli occhi, almeno di quegli italiani che si riconoscono in quest'attesa, sono puntati sul presidente della Camera e tutte le orecchie saranno drizzate e pronte a captare l'evento. Spero solo che Gianfranco non faccia, mutuando un paragone calcistico, come quell'attaccante che, solo davanti alla porta sguarnita, cincischia con il pallone tra i piedi permettendo il prodigioso recupero, in tackle scivolato, da parte del difensore centrale berlusconiano. Spero proprio che ciò non accada. Altrimenti, addio partita.

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