…anche per colpa nostra gli abbiamo fatto spesso (proprio a lui) le pulci, in particolare a causa di una sua certa ruvida e maschia omofobia (di quelle tutte d’un pezzo, quelle di sinistra per intenderci). Ricorderete l’editoriale su Domenico Riso (lo stewart morto con il compagno in un disastro aereo) ed anche l’uscita poco felice su Formigoni.
Di certo i suoi colleghi della carta stampata non glielo hanno mai fatto notare. Noi, bloger (come li chiama lui) sì.
Lui i bloger (con una sola G tanto per essere origgggginale) li definisce così:
“[...] Il web viene utilizzato spesso per coltivare rancori, per lanciare schizzi di umore che spesso sono neri, diventano spesso i bloger, non tutti ovviamente, diventano dei parassiti dei giornalisti di carta, perchè fanno le pulci a quel titolo, questo ha fatto così eccetera, passano le loro giornate a censurare, criticare i giornali, quindi come se ci fosse nel bloger, anche fisicamente, di fatti poi a volte si somigliano, sono un po’ cupi e hanno questa idea del mondo che, insomma, trafficano con le parole, il giornalismo non è questo [...]”
Mi permetto di fargli notare che “il giornalismo” non è essere iscritti all’ordine, essere ben pagati per scrivere pezzi e nemmeno ricevere la busta paga da La Repubblica.
Opinioni personali, le mie. Come le sue e senza priorità l’una sull’altra.
D’altronde il fatto che noi umili e semplici cittadini possiamo commentare pezzi di giornali mal scritti è uno di quei diritti che elargisce la democrazia. Lamentarsi dell’antigiornalismo è come D’Alema che si lamenta di Grillo. Fate un giornalismo migliore così noi possiamo tornare a leggere e basta. E se ci legge e non ci commenta,ma ci cita genericamente ad un convegno sul giornalismo, assomiglia proprio a D’Alema che non si abbassa a confrontarsi con chi sta fuori dalla sua cerchia e sbeffeggia Grillo invece di andare in pensione per salvarci davvero dall’antipolitica.
Sullo stesso argomento vi segnalo Leonardo e Mantellini.