Chiudere Cooking Jungle

Lo so: non piacerà a molti, questa storia, però io non riesco da tempo a scrivere sul Cooking Jungle. Da un po', i miei amici più cari - o più stronzi - mi chiamano come il topino di un famoso cartone animato della Pixar, Ratatouille. Ma, appunto, l'oggetto del mio altro blog è diventato parte così importante della mia vita da non riuscire più a capire per quale ragione quelle esperienze debbano essere isolate rispetto a Das Kabarett che è e rimane lo sforzo intellettuale più importante della mia vita finora. Qui confluiscono tutte le mie esperienze e la semplicità con cui l'altra sera ho pensato di farmi un filetto al pepe verde nel pieno delle mie attività quotidiane mi fa pensare che non c'è ragione di considerare la cucina debba essere parte e isolata del mio laboratorio esistenziale.
Però mi rimane un dubbio: Cooking Jungle tira fuori di me una scrittura più lieve, buffa e giocosa, diversa da questo coacervo di nervi e seriosità che sono. Per ragioni imperscrutabili, lì sembro anche simpatico, e non quel gran rompipalle - pedante e ipercritico - che chiunque può confermare che io sono e che da Das Kabarett emerge benissimo. Impegnato, come sono, ad esserci, a crescere, a migliorare, intenzionato come sono a farlo nella formulazione del gusto, dei sapori, delle forme, mi chiedo se far confluire tutto su questo blog già così impegnativo per me e per chi ci casca... Ma su, prima di impegnarmi in una chiusura che mi dispiacerebbe meglio, sarebbe il caso che ricominciassi un po' a guardare cosa sono in realtà i blog dei miei amici, che, orsù, è passato già tanto tempo da quando non vi affondavo dentro. Solo dopo, potrò dire, con un po' più di cognizione, cosa si scrive su un blog. O su più di uno.