Chiudere il Blog? di N. Losito

Creato il 01 luglio 2013 da Nictrecinque42 @LositoNicola

Se guardo le statistiche e i commenti che ricevo dovrei essere strafelice: nel 2013 c’è stata una straordinaria impennata del numero dei contatti, ho conosciuto tantissimi nuovi/vecchi blogger con cui scambio simpatiche impressioni sui più svariati argomenti e, tra costoro, sono convinto che potrebbero nascere vere amicizie. 

Ciò nonostante, piano piano ma inesorabilmente, è venuto meno, fino quasi ad annullarsi, il piacere di pubblicare ogni lunedì i miei pensieri, i miei racconti o le pregiate opere (in prosa o in poesia) di amici che di tanto in tanto collaborano con me. Oggi, senza volerlo, sono preda di un’insoddisfazione così forte da costringermi a chiedere: “Ha ancora senso portare avanti un’esperienza che non mi gratifica più come in passato?”

La domanda, tutt’altro che banale, ha portato alla luce diverse problematiche che vale la pena di mettere sul tavolo, in tutta sincerità, a voi che da poco o da tanto seguite il mio percorso letterario in Rete.

Fondamentalmente mi sono reso conto che preparare ogni settimana un post che sia intelligente, ironico, accattivante… e chi più ne ha più ne metta… è troppo faticoso per un fancazzista, seppur laborioso, come me. D’inverno o in autunno il tempo è così brutto che avere un impegno fisso è cosa accettabile, anzi auspicabile, per rendere meno tetre e noiose le giornate di un vecchio pensionato qual sono. In primavera e in estate è diverso: gli ottimi riscontri del blog  compensano solo in parte l’impegno intellettuale (e fisico) che occorre per condurlo con la dovuta attenzione e partecipazione. Quando le giornate sono lunghe e temperate anche uno della mia età può intraprendere mille attività diverse dallo stare tutto il giorno davanti a un computer.

Volete alcuni esempi?

Nella buona stagione posso lasciare Milano, rifugiarmi nella mia casa di campagna, inforcare la bicicletta e vagare nella bassa pianura bergamasca alla scoperta delle tante piccole località che con le loro sagre paesane ti danno la possibilità di acquistare e apprezzare quelle specialità culinarie che mai arriveranno sui banconi dei supermercati. Posso leggere i miei amati libri con la calma che occorre per essere capiti e memorizzati per più di qualche giorno. Nel silenzio e nella quiete della campagna posso rivedere le bozze del mio ultimo romanzo che da mesi e mesi giace in un cassetto. Posso chiacchierare con mia moglie di argomenti più interessanti del cosa preparare per pranzo o per cena, discutere di società e lavoro con i figli quando vengono a trovarci e si fermano per qualche giorno a dormire da noi, condividere con gli amici in visita il cazzeggio sul tutto e sul niente, sdraiati all’ombra di un vecchio abete tenendo in mano una bibita ghiacciata. Insomma, posso vivere con pregnante lentezza.

Non è la prima volta che chiudo un blog per questi motivi. 

Oggi, però, la voglia di chiudere baracca e burattini si è materializzata per altre e diversissime ragioni. Sarà stato il caldo improvviso che mi è caduto addosso dopo la più brutta e fredda primavera che io ricordi; sarà stato che sono crollate le mie speranze che l’agopuntura potesse – in poche sedute – far scomparire i dolori dalla spalla sinistra non ancora del tutto guarita dopo la rovinosa caduta dalla sedia infame; sarà stato che hanno seminato il prato della mia casa di campagna e vorrei essere lì quando spunterà il primo ciuffetto d’erba per immortalarlo in una foto; sarà che qui a Milano ogni giorno all’una meno un quarto ho da portare il cane di mia figlia a fare la cacca ai giardinetti e devo pure raccoglierla (visto che sono un cittadino diligente che ama la sua città) e questa incombenza toglie ogni poesia ai pensieri che mi frullano in testa e interrompe quel geniale flusso creativo da cui dovrebbe scaturire l’ideazione e la scrittura del post settimanale da pubblicare qui.

D’accordo, la storia del cane è una vecchia e trita battuta, la verità vera è che la mia vita di pensionato non è così interessante da potere estrarre, settimana dopo settimana, argomenti tali da essere trasformati in stuzzicanti post per i followers del mio blog. Non faccio nemmeno tanti viaggi in Italia o all’estero da poterli condividere con chi quei viaggi non li ha ancora fatti o non potrà mai farli. Dunque, sono le idee che, al momento, scarseggiano nella mia testa, e quando questo succede è meglio fermarsi o, al limite, ricominciare quando avrò delle novità da lanciare nella blogosfera.

Qualcuno di voi potrebbe obbiettare che non ho finito il reportage sulla Turchia: beh devo confessare che il riscontro ottenuto dalle prime puntate di questo mio recente viaggio è stato molto sbilanciato: ottimo da un lato, pessimo da un altro. Non mi vergogno a dirlo, ma a fronte di 900 e passa contatti (letture?) che hanno conseguito le tre parti scritte, i video allegati hanno totalizzato venti/trenta visualizzazioni ciascuno, cioè pochissime. Questo significa che potevo fare a meno di perdere tanto tempo a elaborare i filmati al computer con didascalie e musiche adeguate. La Turchia è un bellissimo paese, dunque sono stato io a non averlo saputo raccontare bene attraverso le immagini in movimento…

Infatti, una cara amica mi ha scritto in privato queste parole: “Negli ultimi filmati non sono riuscita a vedere i guizzi che hai avuto in Russia, negli Stati Uniti o in Canada. E’ come se della Turchia non te ne fosse fregato niente e l’unica cosa che ha avuto un ruolo per te era raccogliere materiale cronachistico, mentre il tuo vero sguardo era altrove.”

E’ un giudizio molto duro che  mi colpisce profondamente perché lo ritengo vero solo in parte, ma me ne ne faccio carico lo stesso e mi riprometto di curare di più l’esprit delle riprese nei viaggi futuri.

La mazzata psicologica più grossa, però, l’ho ricevuta leggendo l’interessante articolo della blogger/scrittrice Viola Veloce  dal titolo emblematico Narcisismo 2.0. Consiglio tutti gli amici di dargli un’occhiata. Il post è rivolto al mondo dei blogger in generale e non a me in particolare. Viola, a differenza del sottoscritto, ha il dono della brevità e non ha peli sulla lingua. Ricopio qui solo il finale, decisamente amaro, con una grande verità dentro:

Prima o poi dovremo cominciare a buttare qualcosa.
Di quello che scriviamo su di NOI.

Chi leggerà i miei post tra dieci anni? O anche solo tra dieci giorni?
NESSUNO.”

Bene, penso di avervi dato un’idea abbastanza precisa dello stato confusionale in cui mi trovo e del pessimo umore che mi ha spinto a chiedermi se è arrivato il momento di chiudere del tutto o mettere in animazione sospesa il mio blog, l’amatissimo giocattolo di questi ultimi anni:

Dopo lunga e ponderata discussione con me stesso ho raggiunto questo compromesso: non pubblicherò post per tutta l’estate, ma lascerò ancora in vita il blog del Signor Giacomo. Se in questo mio lungo periodo di assenza dal Web succederanno cose degne di essere raccontate e si presenteranno nuove collaborazioni esterne da condividere con voi, ci rivedremo a settembre…

Buon proseguimento a tutti!

Nicola

Crediti: La Settimana Enigmistica, I Pensieri e le Divagazioni del Signor Giacomo, la foto dell’orsetto sfaccendato di Jeff Fleming è di mia proprietà.


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