Prime luci sul Sesia, ultime luci della stagione di pesca
Si è chiusa la stagione della trota 2012 ed io mi sento con il magone, come quando finivano le vacanze da bambino… Perché? Perché il calendario è così crudele? Ma come sempre la pesca è metafora della vita e la stagione della trota è così bella proprio perché ha un inizio ed una fine, come la vita stessa! Spiegalo tu ad Highlander e Twilight che la meraviglia della vita è nella sua precarietà e nel suo divenire che rendono preziosi istanti mai uguali tra loro. Per questo ogni stagione la vivi tanto intensamente, perché sai che finirà.
L’inverno, al pescatore di trote, sembra fatto apposta per affilare ami, studiare libri o legare mosche… lasciare che le sue amiche-nemiche si riposino, si riproducano e crescano in attesa del grande giorno: l’Apertura della prossima stagione.
In coda a questo breve articolo una galleria di immagini tira le somme di come è andata questa stagione di pesca alla trota, ma prima due parole sull’ultimo weekend di passione…
Sabato pesca in Toce con due fenomeni che già conoscete, Max e Stefano. Le condizioni meteo sono le peggiori: alta pressione, leggero vento, acqua piuttosto bassa e limpidissima,cristallina… Max ed io peschiamo la mattinata a spinning…
Pietro in action sul Toce
usando minnow con imitazioni molto realistiche, Max ne gira un paio, io una sola; ma si slamano, segno che mangiano male, a fior di labbra. Stefano a sommersa non vede una coda. Decisamente stiamo pescando l’acqua. Passeggiamo e ne approfittiamo per studiare il letto del fiume per prossime uscite. Si magna per poi spostarci su un affluente, il Diveria. Il torrente è molto bello, non tanta acqua ma la sua giusta portata, dice Max, un po’ più d’ombra e leggermente più velata. Si pesca a mosca tutti e tre! Io alterno secca e sommersa, quest’ultima mi ha regalato due trotelle quando la richiamavo a strappetti, tipo piccolo-streamer! I miei esperti compagni prendono alcune fario, alternando tecniche: secca+sommersa, ninfa, ninfa piombata, secca… Le più belle fario stanate con perizia da ninfe in profondità. La cosa curiosa è che gli alberi erano “gravidi” di milioni di sedge, una schiusa pazzesca, di quelle da libro di 50 anni fa…
Schiusa di sedges
ma gli insetti erano lontani dall’acqua e non c’era traccia di frenesia… chissà, forse la mattina dopo… Tramonto ancora in Toce, seguo i maestri e cerco di migliorare la mia tecnica di lancio e posa, perderò ancora una discreta fario mancando la bollata e prenderò una micro-marmo e una mini-fario su mosche da caccia; loro, quelli bravi sul serio con la coda di topo, prendono alcune trote discrete tra cui una marmo over 30. E’ buio, non si vede più la mosca: gambe sotto il tavolo, cena e chiacchiere di pesca tra amici… il massimo che posso chiedere al mio sabato sera!
Fario a mosca nel Diveria
Prima domenica d’Ottobre: giorno di chiusura! Colazione 7.30 a Varallo Sesia con mio fratello e Matteo. Cielo nuvolo, grandissima scimmia piscatoria! Ci aspetta l’amato Sesia, il nostro fiume del cuore.
Li porto su un tratto alto, l’attività c’è, ne prendiamo diverse in successione, molto divertente! Io pesco molto pesante, ma comunque prendo piccolo… Finiamo il tratto di buon umore, ci spostiamo un pochino più a valle. Io cerco mostri in una gola profonda con esche formato big-mac e non prendo nulla, loro battagliano il misto ed esce il fish of the day per Matteo: fario 43cm.
Fario di Matteo 43cm Sesia
Poi si alzano sole e vento e cala l’attività. A fatica due piccole abboccate prima di pranzo, ergo noi ci spariamo una magnata epocale di funghi porcini; nei tagliolini, sulla costata di manzo, come contorno… mancava solo di metterli nel tiramisù o pucciarli nel caffè.
Il pomeriggio non si pesca più, torniamo da fidanzate e famiglie. Sento la soddisfazione dell’intera stagione, sento che è stato un percorso. Come gruppo di pesca siamo cresciuti ancora. Nella tecnica, nell’esperienza dell’approccio all’acqua, nei record raggiunti e nell’amicizia, sia quella tra noi amici di vecchia data e sia con nuove preziose conoscenze. Personalmente, tirando le somme dell’anno, ho preso due pesci discreti: una marmorata da 65cm ed una fario da 52cm, ho preso molte trote sopra i 40cm tra cui la 45 oltre i 2000 metri d’altitudine mi ha dato enorme soddisfazione. Purtroppo ne ho persi ben 3 di taglia importante, intorno ai 60/70 cm… ma penso sia giusto che vincano loro ogni tanto… forse 3 su 4 è troppo. Adesso ho un inverno davanti per capire dove migliorare… Ho già alcune idee…
I fiumi pescati, in prevalenza alto Toce e medio/alto Sesia e loro affluenti, sono sembrati in salute. Ben popolati di pesce di piccola e media taglia, non particolarmente inquinati, forse un po’ troppo frequentati da pescatori e da cormorani, sicuramente vessati gravemente nei periodi di siccità dal prelievo idrico, vera piaga e catastrofe di ogni stagione! Speriamo un giorno di far sentire la nostra voce al riguardo.
Ringrazio gli Anonimi & Friends per le uscite insieme (mai abbastanza!!!), Alberto, Stefano e Max e il Savio, amico e maestro, che mi ha aperto gli occhi su nuove tecniche e filosofie della pesca alla grande trota.
Adesso cercheremo nuovi pesci e nuove sfide… lucci, aspi, siluri, magari qualche trota a mosca nelle riserve invernali… tutto eccezionale. Ma da adesso a fine febbraio c’è un fuoco che brucia dentro: l’attesa della prossima stagione, un’altra grande apertura!
Max & Pietro
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