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Chocolat con ricetta inclusa…

Creato il 11 marzo 2014 da Tiziana Zita @Cletterarie

GERMANY-CINEMAAlzi la mano chi di voi ha letto il libro del 1999 di Joanne Harris “al posto”, o quanto meno “prima”, di aver visto il film… ecco, appunto, io non faccio eccezione. Con colpevole ritardo, portata da un improvviso raptus di pulizia/riordino della libreria, mi sono ritrovata tra le mani il libro ancora incellophanato e l’ho letto. Facendomi fuori un’intera tavoletta di cioccolato nel frattempo, mi sembra il minimo.
Normalmente si dice che il film sia sempre peggio del libro, in questo caso non sono in 680_cioccolato_fullgrado di dirlo perché il film l’ho visto talmente tante volte da non poter essere oggettiva, per non parlare di Johnny Depp nei panni dello zingaro e Juliette Binoche adorabile nel ruolo di cioccolataia, che rendono impossibile qualunque possibilità di auto immaginazione della fisionomia dei personaggi. 

La storia la conoscete più o meno tutti: siamo negli anni ’60. La bella Vianne arriva, insieme alla figlia Anouk, in un paesino della Francia il giorno di Martedì grasso. Rileva una vecchia panetteria e ne fa una cioccolateria, “La Celeste Praline”, utilizzando ricette segrete della mamma che, dai racconti/pensieri di Vianne, si capisce essere stata una specie di, non dico strega, ma una sicuramente una depositaria di antiche scienze alchemiche.

Qui la prima sostanziale differenza con il film: l’antagonista di Vianne non è il sindaco ma il curato del paese, il classico prete bigotto, di una chiusura mentale che a noi sembra solo stereotipata ma che all’epoca era la regola. Lui avversa qualsiasi tipo di gioia terrena per i propri compaesani ai quali si reputa superiore e che ritiene incapaci di muoversi senza la sua guida. Si capisce che l’apertura di una cioccolateria in paese durante la Quaresima sia una blasfemia che combatte con tutte le sue forze.

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Ma Vianne, ignorandolo bellamente, con la sua visione aperta e allegra della vita – si veste con gonne colorate e porta scarpe rosse! – aiuta, tra gli altri, la nuova amica Josephine a valorizzarsi ed affrancarsi dal marito violento.

E qui la seconda enorme differenza con il film: ve la dico o vi leggete il libro?
No, non resisto, ve la dico: lo zingaro Roux, che nel film passa una notte con Vianne ma poi, superate le paure di entrambi sulla perdita di libertà e compagnia bella torna da lei, nel libro invece si stabilizza con Josephine. Vianne conserverà il ricordo della notte e, quando il vento soffierà, andrà via da Lansquenet-sous-Tannes.

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In Chocolat libro la Harris descrive ricette, aromi e odori in modo molto più dettagliato e qui sì che ci aiuta la nostra fantasia, la gola e il wildiano non resistere alle tentazioni! Tant’è che appena l’ho finito mi sono fiondata in cucina a fare un Moelleux au Chocolat, un tripudio supergodurioso ad altissimo tenore di tutto (colesterolo, calorie, zuccheri semplici e chi più ne ha più ne metta) che però rimette in pace con il mondo te, i tuoi ospiti e tutto il condominio che beneficia del profumo!
Non è un dolce citato nel libro, ma secondo me è stata una dimenticanza dell’autrice, è un classico dolce superfrancesissimo…
:-)
Come se non bastasse io ho aggiunto delle nocciole tritate, ma se volete ne potete fare a meno!

MOELLEUX AU CHOCOLAT ET NOISETTES

200 gr cioccolato fondente
al 70% 30 gr di farina (*)

200 gr zucchero 5 uova

200 gr burro un pizzico di sale

100 gr di nocciole tritate finissime.

(*) sostituibile con fecola, maizena, farina di riso o qualunque altra opzione senza glutine.

Rivestire con carta forno uno stampo di 24 cm di diametro. La carta forno è molto importante in questo caso, senza non si riesce a sformare il dolce.
Fondere insieme burro e cioccolato, mescolare per rendere omogeneo il tutto e far intiepidire.
Sbattere insieme a lungo i tuorli con lo zucchero, devono triplicare il volume e diventare quasi bianchi.
In un’altra ciotola montare gli albumi a neve fermissima.
Mescolare insieme il burro/cioccolato con i tuorli/zucchero, incorporare le nocciole tritate e poi unire il tutto agli albumi mescolando dall’alto verso il basso, cercando di non smontare il composto.
Versare nello stampo e cuocere circa 30 minuti a 190°.

03 - Versione 2
La particolarità di questo dolce sta nel fatto che rimane morbido all’interno e c’è un bel contrasto con la crosta croccante. Non vi spaventare nel vedere che la superficie si gonfia in cottura e poi, una volta fuori dal forno, si sgonfia e screpola un po’: deve fare proprio così (io ho coperto le screpolature con il santo zucchero a velo, ma non è indispensabile).

ASPETTATE che si raffreddi prima di sformarlo!


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