christmas is coming- il racconto del quattordici dicembre.

Da Leucosia

.§pronto soccorso emotivo§.

Vanessa si è rotta! nel dirlo gli occhi di Sabrina le si riempirono di lacrime, lacrime che ben presto iniziarono a solcare copiosamente le sue guance. il suo pareva un pianto inconsolabile, mentre stringeva a sè il prezioso balocco infortunatosi improvvisamente, reclamando allo stesso tempo una carezza consolatoria da parte dei suoi nonni. il dramma si era consumato proprio a casa loro, in un tranquillo pomeriggio trascorso in compagnia dei suoi cugini tra un gioco e l’altro. una piroetta fin troppo spettacolare tra le mani del più grande dei cugini et voilà, la gamba di Vanessa si era spezzata all’altezza dell’anca. in effetti Vanessa non era fatta per il balletto. era una bambola aristocratica, il vestitino rosa di seta frusciante e il diadema tra i capelli raccolti a chignon; aveva anche le calzettine di pizzo e le scarpette con la punta tonda di vernice. era una bambola da ammirare principalmente per le sue fattezze delicate, oltre che da cullare e vezzeggiare come sono capaci di fare tutte le bambine dell’età di Sabrina, da che mondo è mondo. Adesso era una bambola soprattutto bisognosa di cure. paternamente il nonno sollevò Vanessa verso la lampada del salotto per verificare l’entità del danno. a prima vista pareva un danno irreparabile. ma non ebbe cuore di annunciarlo alla nipotina. piuttosto cercò una via d’uscita al problema. una nuova bambola? non se ne parlava! Sabrina adorava la sua Vanessa. tentare di ripararla grossolanamente, incollando la gamba al resto del corpo? un’idea troppo complicata da realizzare! anche perchè Vanessa aveva una certa età, nonostante non lo dimostrasse. e sarebbe stato un vero peccato oltraggiare la sua bellezza antica tramite un restauro fatto così alla buona. per fortuna gli venne in aiuto la memoria! non piangere piccola Sabrina! tu forse non lo sai, ma in città c’è un posto dove si riparano le bambole. è un vero e proprio ospedale e se vuoi domani mattina andremo insieme per vedere cosa si può fare per la gamba di Vanessa. adesso asciughiamo queste lacrime e pensiamo a giocare! la nipotina ascoltate le parole del nonno fiduciosamente, arrivò persino a perdonare il cugino per poi attendere con impazienza l’arrivo del mattino seguente e la sospirata visita all’ospedale per le bambole. situato al centro della città, nel cuore antico della Partenope di un tempo, la bottega dell’artigiano esperto in riparazioni di bambole bambolotti e marionette, sembrava uscita pari pari da un libro di fiabe… sabrina ne rimase incantata.osservava i giocattoli sugli scaffali in attesa di riparazioni, si smarriva volentieri in abitini ottocenteschi e bamboline in pannolenci, aspettando il turno di Vanessa. qua c’è poco da fare, la giuntura deve essere sostituita e la bambola deve restare in negozio almeno fino a Natale. borbottò il medico delle bambole. così tanto! sospirò Sabrina. ma se è per il suo bene, se guarirà e tornerà come prima, la lascio qui…anche se mi mancherà tantissimo!  passarono i giorni, Sabrina faceva finta di niente anche se pensava costantemente alla sua Vanessa. Natale ormai era alle porte e di Vanessa ancora non si vedeva nemmeno l’ombra. sabrina ormai era giunta al limite, di speranza di rivederla non ne aveva proprio più. Ma in un tardo pomeriggio piovoso e grigio, così grigio che nemmeno le decorazioni natalizie che bbellivano casa riuscivanoa a scaldare il cuore della bambina, bussarono festosamente a casa di Sabrina. era la voce del nonno: apri Sabrina! qui c’è un’amica che è venuta a trovarti! la piccola aprì la porta e…non poteva credere a quello che vedeva! davanti ai suoi occhi c’era il nonno e tra le sue braccia c’era Vanessa, aggiustata riparata e rimessa a nuovo tanto da sembrare nuova di zecca. Sabrina quasi impazziva dalla gioria e non  faceva che ripetere: evviva! evviva! evviva! finalmente di nuovo insieme , di nuovo a casa con me! 



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