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Christmas song book | il natale a fumetti di mina

Creato il 20 dicembre 2013 da Amedit Magazine @Amedit_Sicilia

bannerminaDisegnata dal bravo Giorgio Cavazzano e in collaborazione con Walt Disney Company arriva soave e coloratissima Mina Uack, la Mina Paperina dalla voce eterna e miracolosamente intatta che omaggia il Natale con un disco curiosamente lontano dai soliti cliché natalizi e destinato a diventare un caposaldo nella sconfinata discografia mazziniana.

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Disco di bellezza cristallina, esplora l’essenza di musiche e note senza tempo restituendone la magia grazie  ad un trio di musicisti innamorati del jazz: Danilo Rea al piano, Massimo Moriconi al contrabbasso e Alfredo Golino alla batteria; alcuni brani sono valorizzati dalla maestosità degli archi arrangiati dal compianto Gianni Ferrio. L’esecuzione vocale e quella strumentale trascendono le mode e i languori natalizi: da tempo Nostra Signora di Lugano è impegnata coi suoi preziosi e fidati collaboratori nella ricerca storica di brani appartenenti alla tradizione musicale, ricerca che ha interessato la canzone napoletana, gli standard americani e la lirica, senza dimenticare il complesso lavoro filologico per l’album dedicato alle arie sacre e ai canti religiosi contenuti nel disco più anticommerciale della sua carriera, Dalla terra.

Il frutto di questo lavoro certosino è nelle ricchissime note dello splendido Christmas song book, aperto da due meravigliose jazz ballads che ci rapiscono in un mondo dove il tempo reclama una sosta, dove le brutture quotidiane svaniscono d’incanto e ci si concede il lusso di una agognata vacanza per ascoltare i silenzi dell’anima accompagnati dalla classe e dalla voce di una cantante che ormai non sente più l’urgenza di esibirsi per mostrare il suo talento; gli arrangiamenti sono essenziali  e sobri ma non austeri, le versioni precedenti dei brani si dissolvono nel nulla; basta ascoltare Old  fashion Christmas e The secret of Christmas per capire ambizioni e intenti di un progetto voluto e studiato nei dettagli: chi ama le grandi orchestre da cento elementi e le campanelle delle renne si

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accomodi pure, ma fuori, nel regno dell’indistinto, dove regna il caos. Quasi ci si dimentica che canta la Tigre, la sua capacità di annullarsi nei brani stavolta è l’impronta, anche quando ci strizza l’occhio nella traccia tre, cantata in coppia con Fiorello. Pare che i due abbiano legato e il risultato è apprezzabile, ma il sogno non aspetta e non concede tregue, si riprende con I’ll be home for Christmas che vanta decine di covers e la nota Have yourself a merry little Christmas, già presente in 12 American song book, la più bella a mio avviso, venata di una struggente malinconia nella voce, un’interpretazione che vale l’acquisto del disco.

Non potevano mancare all’appello alcuni grandi classici evocativi, rivisitati con grande intelligenza, White Christmas, Silent Night, e se qualcuno in qualche recondita parte dell’Universo musicale pensa che la signora Mazzini sia sopravvalutata ascolti la leggerezza e la facilità con cui si diverte ad affrontare le difficili note finali di Let it snow, con buona pace delle tante aspiranti al suo trono. Mina non ci si inventa… Come Giotto che per disegnare il suo cerchio ci mise una vita,  per arrivare ad incidere un disco come questo ci vuole una carriera pluridecennale alle spalle e un’intelligenza fuori dal comune perché le cantanti brave e dotate sono tante ma per annullarsi in un brano musicale non basta la voce e un talent show di successo: per catturare l’ascoltatore e  trasportarlo in una dimensione di ricerca di intimità per il tempo di un disco occorre carisma, capacità e volontà di comprendere la musica nella sua essenza, occorre essere artigiani e artisti.

Carlo Camboni

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Cover Amedit n° 17 – Dicembre 2013. “Ephebus dolorosus” by Iano

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