
Cari amici, per presentare questo post ho utilizzato la copertina del CORRIERE AVIS, il bimestrale dei donatori.
Il titolo non è una mia idea: è un articolo- a firma Stefania Garini - che ho letto su "Missioni Consolata", la rivista della Famiglia dei Missionari fondata a Torino nel 1899.
Scrive la redattrice:
"Sono tante le definizioni - a stragrande maggioranza offensive e xenofobe - che gli italiani danni degli immigrati.
In questo articolo, raccontiamo una faccia sconosciuta dell'immigrazione : una ricerca condotta dall' Università di Torino ha evidenziato che, tra gli stranieri, sono sempre di più i donatori di sangue.
Si calcola che oggi, in Italia, circa il 4% delle donazioni di sangue provengano dagli immigrati.
Un atto di generosità che, in questo caso, implica molte altre cose."
Personalmente, non ho mai avuto modo di incontrare un immigrato donatore, ma dallo stesso articolo ho capito anche il perché.
A Torino è presente (e attiva) una nutrita comunità marocchina, forte di circa 16.000 persone che dal 2005 per iniziativa dell"Associazione islamica delle Alpi", ha dato inizio ad un'esperienza pilota di donazioni.
Racconta Karim, educatore professionale : "Io donavo già il sangue a titolo personale, ma ho pensato che sarebbe stato bello coinvolgere gli altri componenti del gruppo. Così abbiamo invitato due emoteche dell'AVIS nella nostra sede, e oltre un centinaio di noi si sono resi disponibili per la donazione.
Da allora, continuiamo a donare con regolarità".
Sul loro esempio, sono partite una miriade di altre iniziative analoghe, che hanno coinvolto donatori rumeni, polacchi,afghani, cingalesi, pakistani....
Concludo con due miei pensieri :
1) L'assoluta validità della donazione anonima.
2) MAI fare di tutte le erbe un fascio...






