Altro non si può dire del teatrino della politica a cui stiamo assistendo per opera del semprenoto S. Berlusconi. In un momento di attacco dei mercati all'Italia, l'incapacità amministrativa e politica del suo governo si è mostrata in tutta la sua limpidezza: non ce n'è, perché non ce n'è mai stato. I mercati hanno svelato quello che si sapeva: votare un Berlusconi qualsiasi, l'inettitudine al potere, significava porre l'Italia di fronte al disastro: guidati da un nocchiero incapace e preoccupato solo di sé, l'Italia non ne avrebbe giovato assolutamente. Così è, ce ne siamo accorti.
Oggi ci stiamo accorgendo di quando sia furbo l'uomo Berlusconi: ha nutrito il disastro economico prima negandolo, poi nell'incapacità di fare qualsiasi contromossa (evidente nelle tante correzioni alla manovra economica che si sono susseguite da quest'estate e nel commissariamento europeo dell'Italia), ha resistito al potere perché sono i suoi interessi (oh, sveglia: rischia la galera!!!) a preoccuparlo, non il bene comune; e oggi che non ha più la maggioranza (avverte anche lui la crisi: non può permettersi di andare a mignotte la sera e di comprare i deputati il giorno), invece di dimettersi compie l'atto irresponsabile per eccellenza.
Annuncia le dimissioni - che per i mercati significano vuoto di potere, indecisione, giungla, luogo in cui compiere scorribande liberamente -, ma non le dà, le procrastina ad un futuro non prossimo. Annuncia di andarsene per gettare l'Italia tra le braccia dei mercati e dimostrare a chi gli crede che non è colpa sua.
Ma la responsabilità è totalmente sua!!!
Al peggio non c'è più fine: si arroga il diritto di scegliere di che morte deve morire la nazione, e ne è al contempo l'autore e il responsabile, perché decidendo la durata dell'intervallo dell'assenza di potere (che poi è significativo: a lui serve restare "impedito" di fronte ai tribunali fino a gennaio!!!) lascia spazio alla violenza dei mercati, perché decidendo di andare alle elezioni, evitando il governo di salute pubblica con cui risanare con buona decisione e sapienza i conti e riscrivere la legge elettorale porcata che ci ha portati al disastro, ci lascia nelle mani di quella pessima politica che egli stesso ha impersonato e costruito in questi anni.
Chissà, mi chiedo, se qualcuno crederà che le azioni di cui è responsabile possano essere accettabili come giustificazioni impugnate. Chissà, mi chiedo, se davvero la gente crede che un governo incapace e sfiduciato a tutti i livelli (cittadini, informazione, mercati e parlamento) possa realmente formulare un decreto con cui salvare l'Italia dal baratro. Chissà, mi chiedo, perché le opposizioni non chiedono un voto di sfiducia oggi stesso per evitare all'Italia lo scempio conclusivo, il disastro totale, l'annientazione che Berlusconi ha tentato di realizzare dell'italianità e che, anche con la loro inettitudine sta giungendo al termine.
Le responsabilità di questi diversi personaggi della politica oggi ci ha portato al disastro. Tutto mi può stare bene, tranne che si dica che, in fondo, ci hanno aiutato, che in fondo non potevano fare altrimenti: sono coinvolti e ci hanno coinvolto. L'unica cosa che possiamo volere è una politica inAltroSenso.