Magazine Società

Ci pensa Dettofatto

Creato il 09 settembre 2012 da Vidi

Questo è il secondo racconto scritto per l'antologia delle assicurazioni; mentre nel primo avevo giocato sull'equivoco del nome, in questo mi avevano dato come indicazione di presentare una polizza specifica, che copriva veramente la qualunque, ed ecco che è venuto fuori:
Ci pensa DettofattoCI PENSA DETTOFATTO

Rispettabile Assicurazione del mio palazzo,
vi  scrivo con dicendo che mi chiamo Gennaro Cogliano e  abito a piazza Dante.
Mò, veniamo a noi, sabato scorso a piazza Dante ci hanno fatto una manifestazione certi cristiani che tenevano delle bandiere in mano e si davano voce tra di loro sotto il balcone di casa mia dicendo che la lotta è dura e non ci fa paura. Io non è che mi sono messo paura della lotta, ma sicuramente mi sono sbandato quando certi di loro hanno tirato una pietra, quella sì dura assai, e l’hanno azzeccata in pieno dentro la lastra del balcone del mio soggiorno che si è schiattata in mille pezzi.
Uno dei pezzi è schizzato e si è appizzato dentro lo schermo della televisione a plasmon, 42 pollici, fresca comprata all’ipercop con il finanziamento in 24 rate senza interessi che mi hanno detto che lo devo pagare pure se s’è scassato l’apparecchio.
Mia moglie Rachelina si stava vedendo una ficsciòn quando all’intrasatta ha sentito una botta, ha visto  una vampata e lo schermo si è fatto tutto nero proprio mentre stava per finire la puntata. Per causa di questo a mia moglie le è venuta una mossa di nervi, e strillava che per colpa di quei fetenti abbasso chi ce lo diceva mò se si sposavano o no i due tizi del film; io e i miei figli Diegoarmando  e Samantha non la potevamo calmare di nessuna maniera.
Siccome che eravamo impegnati a calmare a Rachelina, non ci siamo incaricati del fatto che la televisione non solo si era schiattata ma aveva fatto pure una scintilla, solo che la scintilla poi è diventata proprio fiamma di fuoco e ha bruciato il tappetino di merletto sintetico che Rachelina aveva messo sotto alla televisione per bell’apparenza. E mentre noi provavamo inutilmente a stutare il tappetino sbattendoci sopra le mani, il fuoco si è appiccato alla tenda e ha cominciato a minacciare pure la pelle di finto leopardo sotto la tavola del soggiorno.
Diegoarmando è scappato a telefonare ai vigili del fuoco e intanto io, Rachelina e Samantha abbiamo pigliato secchi e caccavelle piene d’acqua per stutare le vampe.
Che ha voluto il destino? Che una secchiata d’acqua invece di fermarsi sulla tenda è uscita dal buco del vetro del balcone insieme ad una crasta di lastra rimasta appesa fino ad allora e, dopo un volo dal secondo piano, acqua e crasta sono caduti addosso a un certo Gaetano Scapece, fermo con la bandiera  nella piazza, causandogli una sciacquata imprevista e una sfellata in faccia guaribile con 7 punti e 30 giorni salvo complicazioni.
Nel frattanto che il signor Scapece si sfellava, i vigili del fuoco non arrivavano e noi continuavamo a buttare acqua per stutare l’incendio, senonché uno schizzo è andato a finire sul filo della televisione che si era squagliato col calore del fuoco del tappetino e si era scoperto, e lì è venuta Piedigrotta, perché il filo ha fatto il cortocircuìto pure per dentro i muri e pareva che avessero messo una batteria di tracchi sotto all’intonaco. Per correre a staccare la corrente io ho lanciato verso il lavandino la caccavella piena d’acqua che tenevo in mano, ma invece della vaschetta ho centrato in pieno il rubinetto, che sotto la botta si è sradicato da dentro il muro, così dai tubi ha cominciato a uscire tanta di quell’acqua che pareva la fontana dell’Immacolatella.
Samantha è scappata a chiudere il contatore e poi a pigliare una pezza per azzuppare l’acqua; la pezza stava fuori al balcone della camera da letto dove stava dormendo Lessi che è il cane che teniamo a casa. Per via di Samantha che ha aperto il balcone, il cane si è svegliato, è arrivato in soggiorno correndo e in tutta quell’ammuina di acqua e fuoco non ci ha capito più niente e ha mozzicato a Rachelina, forse perché non l’ha riconosciuta siccome che pareva pazza così accoccolata a terra con le mani in faccia che diceva solamente maronna mia maronna mia.
In quel momento il signor Scapece ha bussato alla porta per farci vedere la sfellata in faccia, e quello è stato un  bene perché aveva chiamato l’ambulanza per lui e ne abbiamo approfittato per portare all’ospedale pure Rachelina che strillava per via della mozzicatura di Lessi.
Naturalmente io e i miei figli abbiamo seguito a mia moglie, perché pure il prete lo disse quando ci maritammo che si deve stare sempre auniti nella buona e nella cattiva sorte.
Solamente che, voi lo sapete meglio di me, oggi come oggi quando arrivi al pronto soccorso sai quando entri ma non sai quando esci, e così siccome che a Rachelina l’hanno fatta codice bianco, che noi pensavamo che era una cosa buona e invece voleva dire che tutti passavano prima di lei, siamo rimasti là da mezzogiorno fino alla sera alle dieci, tant’è vero che mia figlia Samantha che è intelligente ha detto che dovrebbero cambiarci il nome: non più pronto ma ritardato soccorso.
Insomma, quando San Gennaro ci ha messo la mano sua siamo usciti dall’ospedale, proprio mentre fuori veniva giù un acquazzone che Dio se n’era scordato: tuoni, saette e secchiate d’acqua peggio di quando io e Rachelina buttavamo l’acqua sull’incendio la mattina.
Quando siamo arrivati a casa, a parte che abbiamo dovuto accendere le candele per via che era saltato l’impianto elettrico, abbiamo scoperto che dal balcone rotto la pioggia era entrata tutta dentro e insieme all’acqua che già avevamo buttato noi aveva infracetato i piedi di legno e l’imbottitura del divano; ma sarebbe ancora niente se non fosse che, sempre dal balcone rotto, insieme all’acqua della pioggia erano entrati pure i mariuoli che ci avevano spogliato una casa.
A Rachelina, a vedere la cascia di biancheria svacantita e l’oro tutto rubato, l’è pigliata brutt’assai tanto che stavamo quasi per chiamare un’altra volta l’ambulanza. Richiamata dagli strilli di mia moglie, però, si è affacciata la signora Concettina che sta di casa affianco a noi e ci ha detto che non ci dovevamo disperare perché il palazzo tiene la polizza di assicurazione e che questa polizza è una santa cosa, perché si chiama Dettofatto proprio per il fatto che non dice solo, ma fa pure i risarcimenti.
Allora Rachelina ha detto che sì, magari è una polizza buona, ma che il guaio nostro era cominciato tutto dal fetente che aveva tirato la pietra la mattina e l’assicurazione mica può risarcire una pietra tirata da uno sconosciuto, pure se è un figlio di ‘ntrocchia. La signora, che è una che legge e capisce, le ha risposto che invece sì, ci pensa Dettofatto  perché la polizza paga i danni sociopolitici, e il fetente che aveva tirato la pietra stava nella piazza proprio per pigliarsela coi politici e la società.
Ma la televisione che è scoppiata non ce la pagheranno, ha rilanciato Rachelina, e la signora ha ribattuto che sì, ci pensa sempre Dettofatto perché paga pure gli scoppi.
E l’impianto elettrico e quello dell’acqua? ho chiesto io. Pure a quelli ci pensa Dettofatto, ha detto la signora Concettina: è previsto il risarcimento per il corto circuito, anzi vi mandano pure l’elettricista e l’idraulico se glieli chiedete, e pure il falegname per i piedi del divano. Rachelina, a sentire così, si è un poco ripigliata, ma all’improvviso s’è ricordata degli orecchini coi brillanti che le avevo regalato per i 25 anni di matrimonio e a pensare che glieli avevano rubati si è rimessa a dire maronna mia maronna mia. Allora la signora le ha detto che ci pensa Dettofatto pure a quelli, perché copre i furti in appartamento, e che col premio si poteva comprare di nuovo gli orecchini, così Rachelina si è calmata; pure perché ha detto che lei li voleva di un’altra maniera gli orecchini e quasi quasi era meglio che se li erano rubati. A me però in quel momento m’è venuto in mente il signor Scapece con la sfellata in faccia che quando era salito aveva minacciato che ci voleva denunciare, e le ho detto che coi soldi degli orecchini ci dovevamo pagare l’avvocato. Ma la signora ha detto che a Scapece ci pensa sempre Dettofatto che copre pure le spese per avvocati e i danni a terzi. Io per la verità a prima botta non avevo capito chi era questo terzi, poi la signora mi ha spiegato che nel caso mio terzi era Scapece e allora ho capito che gli orecchini di Rachelina erano salvi. In quel momento è arrivato Lessi e mia moglie ha detto che era un cane caino visto che aveva mozzicato la padrona e lo voleva buttare da sopra abbasso, ma la signora Concettina ha detto che pure alla mozzicatura ci pensa Dettofatto e perciò Rachelina s’è tenuta Lessi, anche se comunque continua a pensare che è un cane caino.
Insomma, cara Assicurazione, siccome che ci pensa Dettofatto a tutto, aspetto che mi mandate l’idraulico, l’elettricista, l’avvocato, la televisione nuova, la biancheria di ricambio, l’oro, gli orecchini, il risarcimento per la mozzicatura di Rachelina e i soldi per Scapece che ci sta chiamando tutti i giorni per avere pagata la sfellata.
Ah, siccome che il falegname non mi serve visto che i piedi del divano si sono asciuttati da soli, i soldi che dovevate spendere per il masto  me li potete mandare liquidi a me, perché i ladri si sono rubati pure l’orologio d’oro che mi aveva regalato Rachelina sempre per i 25 anni di matrimonio e ci tengo a ricomprarmelo, anche se pure a me mi piace di più un altro modello.
Nel mentre che aspetto, vi mando estinti saluti.

Gennaro Cogliano

 


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog

Magazine