Paradossi del marketing di plastica: riparte dall’Alto Adige il rilancio territoriale del Trentino enocooperativo. La Sociale di La-Vis (TN) ha inaugurato l’altra sera la sua nuova vetrina di rappresentanza (e cantina di affinamento) a palazzo An der Lan, nel centro di Salorno (BZ). Una bella dimora (in affitto) recentemente ristrutturata da uno degli architetti altoatesini di punta, maestro in questo genere di operazioni. Una location, come si dice oggi, di gran prestigio, che nelle intenzioni della cantinona trentina, dovrebbe interpretare simbolicamente un ritorno alle origini, al territorio, al terroir, dopo la stagione della grandeur imperatoneriana. Che l’esordio avvenga, appunto, nel Tirolo di lingua tedesca, lungo le tracce suggestionanti della Dürer Weg, la racconta lunga ed è un fatto che non ha bisogno di chiose. Quella che invece merita di essere accennata è la nuova strabiliante architettura di potere messa in campo dal commissario Zanoni, per ridare smalto e fiato ad un’azienda frastornata da un piano shock di ristrutturazione del debito (leggi qui). Alla plancia di comando di La-Vis è stato portato un parterre di uomini (e donne) del vino come, forse, in Trentino non si era mai visto. Il segno di una volontà di discontinuità che assomiglia, almeno nell’immaginario fisiognomico, ad una cura da cavallo dell’immagine aziendale. Si tratta dei migliori nomi dell’enologia italiana ed europea. Eccoli: Luciano Rappo (ex Cavit) di cui abbiamo già detto qui; Vincenzo Ercolino (già Feudi San Gregorio); Beppe Caviola (piemontese di Dogliani); Peppe Muscella (ex Villa Medoro); Nerina di Nunzio (fra tutte le altre cose responsabile marketing e comunicazione del Gambero Rosso). Vi basta? Ma soprattutto basterà tutto questo per rimettere in pista, sulla tracciato della Dürer Weg, la cantinona trentina sedotta dal Tirolo di lingua tedesca? Staremo a vedere.
Cronaca L’Adige 3 marzo 2012