Troche
La notte non fa paura.La notte, se la inzuppi in una pozzanghera colorata, ha lo stesso colore del barattolo delle caramelle.La notte, se hai un amico, diventa una giostra.La notte… è notte, devo andare!
Marta esce di corsa, ha un cappotto viola e i capelli che si mescolano al buio della notte. Quando corre veloce, tra le strade della citta, ha la stessa forza dell’acqua che attraversa l’ultimo tratto, prima di perdersi nel mare. Scorre, come il sangue, come il tempo che perde ogni notte per ritrovarlo, per ritrovarsi.
La notte non fa paura.La notte, se la versi in una tazza, ha lo stesso sapore della cioccolata calda.La notte, se hai un amico, diventa un’avventura.La notte… è notte, sto arrivando!Marta rallenta, diventa placido rivolo di montagna. I capelli scivolano sulle spalle e luccicano al chiarore della luna. Il suo capotto viola, adesso, è il banco di un illusionista su cui i più sorprendenti trucchi possono accadere. Marta è arrivata e non vede l’ora di iniziare a fare magie.La notte non fa paura.La notte, se ci voli sopra, assomiglia a un bel gelato in cui voler precipitare.La notte se hai un amico, diventa un parco giochi.La notte… è notte, sono qui!Marta chiude gli occhi, salta una pozzanghera e, posati i piedi a terra, tiene gli occhi chiusi e aspetta. Adesso è un lago calmo e luccicante.Sei arrivata!Marta non è più sola.- Proviamo a rallentare il tempo, questa notte!- Non si può.- Si può tutto se lo vuoi.- E se non ci riusciamo?- Marta, fidati di me.- Mi fido.Lui la sa lunga, lui sa tutto di Marta, lui, anche se non sapesse niente, saprebbe come farla stare bene. Lui c’è da sempre, anche quando non c’è, c’è da prima che ci fosse Marta, da prima che il tempo iniziasse a scorrere veloce.- Questa notte ci riusciamo.- Ho paura.- La notte non fa paura.- Io ne ho.- Noi sappiamo fare le magie, ricordi?- Sto dimenticando quasi tutto.- Però ricordi me.- Però ricordo te.Marta toglie il cappotto, lo sistema sulla pozzanghera, s’inzuppa e diventa più viola di un livido. Stringe le spalle in un abbraccio e guarda il suo amico intento nella sua magia.- Si è bagnato, hai visto?- È un’impressione.- Ho freddo.- Prendi questa tazza di cioccolata e bevila d’un fiato.- Cosa succede adesso?- Sta’ a guardare.L’acqua nella pozzanghera si colora e inizia a vorticare, sembra che il barattolo delle caramelle si sia aperto e le stia lanciando come coriandoli. Il cappotto si alza in volo e diventa una viola gigante profumata come un campo di fiori in primavera. Marta non ha più freddo, la cioccolata è un’onda che la solleva e l’adagia sulla corolla del fiore sospeso nella notte. La viola è la sua giostra. Il fiore prende quota. Marta vola.- Do… dove sei? Dove stiamo andando?- A prendere il tempo che ci serve.- E come facciamo a portarlo via con noi?- lo mangiamo tutto e lo nascondiamo nelle nostre pance sotto un velo di cioccolata. Nessuno se ne accorgerà.- E anche se se ne accorgeranno, pazienza. È la nostra notte, la nostra avventura!Marta tiene stretti gli angoli dei petali, guarda giù e non ha paura. Il suo amico le stringe la mano. All’orizzonte appare una distesa bianca piena di numeri giganti, sembra un mare di panna in cui galleggia tutta la matematica del mondo. Il fiore approda in un fazzoletto che non ha ancora fatto i conti. Un’onda di cioccolato la fa scivolare giù e cade nel bel mezzo di un otto.- Dove siamo?- Siamo arrivati.- Iniziamo a mangiare tutto il tempo che vogliamo portare via!- Ci verrà un’indigestione.- Ci inseguiranno fino a farci restituire tutto, ma noi scapperemo.- So correre veloce.- Lo so.Marta mangia tutti i numeri che può, il suo amico la segue prendendo quelli più alti. Si arrampica sul sette e ne morde le stanghette, scivola sullo zero.Lo zero serve ad aumentare i numeri, mangiane tanti!Il tre è il suo numero preferito, riesce ad arrampicarsi e a mangiarlo senza troppa difficoltà.- Ho la pancia piena, andiamo via!- Va bene, per questa notte abbiamo preso un bel po’ di tempo.- Facciamo in fretta o si accorgeranno che non ci sono.- Tu corri troppo veloce, non se ne accorgeranno mai.In un attimo sono sulla viola che vola. Il mare di panna e numeri diventa stracciatella, poi i puntini scuri si perdono, lo stesso mare, ormai, è una goccia bianca nel blu della notte.La viola si ferma, in un attimo avvolge Marta e torna ad essere il suo cappotto, l’onda di cioccolata la riporta giù. Marta scende.- Devo correre a casa, adesso.- Sei contenta?- Sì, ma devo andare, altrimenti sarò in punizione per una vita intera.- Non ti beccheranno, ma se dovesse accadere, noi riusciremo a percorrere quella vita intera in un attimo.- Ci ritroviamo domani?- Ci ritroveremo sempre.Marta scappa via, è di nuovo acqua violenta che scorre e quasi rompe gli argini. Salta le pozzanghere, i dossi, salta tutto e alla fine fa un balzo nel suo letto. Sospira. Si gira su un fianco, stropiccia gli occhi e cerca di trattenere una lacrima.No, non devo piangere. Ci sei ancora, ci sei sempre!Chiude gli occhi: un lago, una sera d’estate e due bambini che si tengono per mano.Luca, ci sei ancora. Continuerò a scappare ogni notte e rallenteremo il tempo, soprattutto quando starò per dimenticarti.Lo faremo insieme, come questa notte. Sappiamo fare le magie, ricordi? Ci ritroviamo domani, ci ritroveremo sempre.