Ci scommetto che nevica, tra due giorni è Natale

Da Iomemestessa

Dieci indizi da cui si evince che siamo entrati nella settimana di Natale.

1. Nessuno è più buono, ma molti son decisamente più maleducati

2. Per qualche insana ragione, ogni anno minio a mano un miliardo di biglietti di auguri di Natale. La scusa è che avrei una bella calligrafia. Da quest’anno regalerò normografi, al fine di ovviare all’inconveniente

3. La nana ha voluto le lucine sul terrazzo, affinchè babbo Natale la trovasse senza fatica. L’uomo s’è lasciato prendere la mano, e io temo che a breve atterrerà un charter diretto a Malpensa.

4. C’è la crisi. Profonda e nera. Eppure son circondata da gente che parte per mete esoticissime. E non proprio abbordabili.

5. E’ Natale. E se hai voglia di scrivermi gli auguri sei bene accetto. Ma per favore, sti cazzo di sms ciclostilati tienteli per te. Scrivi due righe. Di cuore. Foss’anche vaffanculo.

6. Il vicino, che incontriamo ogni giorno, e che ogni giorno non saluta, incrocia l’Uomo, gli augura buone feste e aggiunge ‘ossequi alla sua signora’. L’Uomo basito (soprattutto dall’ultima frase), dice che lo preferisce quando non saluta. Io sono atterrita. Signora a me? Ma da quando? E soprattutto, perchè?

7. Tutti quelli che chiamano in ufficio in questi giorni hanno la verve di un bambù e l’entusiasmo di Dead Man Walking. Frase media: ‘ma allora chiudete per le feste’. risposta ‘sì, come tutti gli anni’. ‘ma e se ho bisogno?’ te ne fai una ragione mio bel baggiano che non mi caghi dieci mesi l’anno per poi scassare le palle di preferenza a Natale o a Ferragosto

8. Alle finestre son ricomparsi i Babbi Natale che s’arrampicano. A me fanno ansia. Mi sembra sempre che entri un ladro in casa. Lo so, non son normale. Ieri ne ho vista una variante interessante. Da un terrazzo pendeva un Babbo Natale. Appeso. Per il collo. Hanno impiccato il vegliardo, cazzo.

9. I bar brulicano di dolci nonnine con la permanente che si scambiano gli auguri con le amiche. Sembra di essere in Bar Sport di Benni. Parlano solo di morti e malattie. L’Uomo, nel dubbio, fa correre una furtiva mano e si dà una grattatina. Ieri soprappensiero mi fa: ‘ma te non ti tocchi, quando senti le vecchiarde?’ L’ho guardato. ‘Uomo. Non per dire. Vabbè che stiamo insieme da mo’, ma non sono un tuo compagno d’armi. E poi che dovrei grattarmi secondo te?’ ‘Le tette’. ‘Perchè ti paiono un sostituto delle palle?’ ‘Oh, quelle c’hai, mica è colpa mia’. Una conversazione sublime, in effetti.

10. Cosa vuoi per Natale? La frase più cogliona dell’universo. Una Porsche, un viaggio per due alle Fiji, un toy boy cubano venticinquenne ben fornito e che non rompe le palle. Cazzo vuol dire cosa vuoi per Natale? Dipende da che budget hai, per dire. Se hai venti euro, un libro, se ne hai cinque un ebook, se ne hai 100 un paio di stivali.


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