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Ci segue rosso di vergogna.

Da Costantino Posa
CI SEGUE ROSSO DI VERGOGNA.

Come è possibile, 

il tempo non si riconosce più. 
E' marzo, ma i fiori non ci sono. 
La primavera cancellata, 
sostituita da quell'altra odiata. 
Le mimose ormai sparite 
e la pelle piena di ferite. 
Le rondini che non passano 
e i prati senza bimbi che giocano. 
Solo sigle reinventate. 
Il vento non ha più forza, 
dentro geme e scende lentamente. 
Come se il tempo segnasse l'ora sbagliata. 
Ci vorrebbe un vento capace di sollevarci, 
mentre emerge spesso la ferocia 
di un uomo apparentemente normale. 
A volte sembra che facciamo di tutto 
per apparire sempre meno uomo. 
E' come prendere un gelato 
in un tempo ormai ghiacciato. 
Che cosa resterà del senso 
da lasciare agli altri? 
Restauri di facciata e le ferite, 
crepe che non si fermeranno mai, 
narcotizzate dall'amore 
verso nessun essere vivente.

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