E non sono cambiate.
In 24 ore mi hanno fatto fare due o tre urlate antisordità filiale, si sono menate duecento volte, non erano d'accordo sul menù, sui vestiti, sui giochi, sulle destinazioni, sul colore dei bicchieri, sulle mosche che volano, sul respirare...
Mi sembra quasi che non siano mai andate via.
Babet ogni tanto si perde ancora nel suo mondo di bambagia e cotton fioc: sguardo alla luna, espressione assente, vocalizzi monosillabici... "EH??"
Stasera durante la cena spara un megaruttazzo ai quattro venti.
"Babet! Ma da dove arriva tutta questa finezza?"
Dopo cinque minuti ne fa un altro, un po' meno sonoro.
"Ehi! Ma cos'è quest'abitudine?? Sembri una scaricatrice di porto! Per cortesia, un po' di contegno... almeno una manina davanti alla bocca?!"
Mi guarda senza dire niente.
"Hai capito cosa ti ho detto??"
"Cosa?"
"Eh, oppa!"
Poco dopo le sto incitando a velocizzare la masticazione, visto che io ho finito da un'ora e sono in dirittura d'arrivo per una buona dose di orchite.
"Babet, se mastichi un po' più velocemente, forse per Pasqua ce la facciamo!"
"Eh?!"
"Cosa - ho - detto?"
"... Che devo mettere la mano davanti se faccio il rutto?"
"Bimba mia, ma tua sei totalmente sconnessa! Al mare con papà hai preso qualche botta, qualche sberla in testa, ti sei capottata dall'ottovolante e sei atterrata con la fronte??"
"No."
"Dai, mangia."
"Non mi piace."
"Lo hai già detto quattro volte. Mangia lo stesso."
"Non mi piace."
"E cinque..."
"Cinque cosa??"
"Volte che me lo hai detto."
"Cosa?"
"Come."
"Perchè?"
"Quando."
"Cosa??"
"Amore mio, penso seriamente di portarti a fare una tac."
"Cos'è una tac??"
"Ti facciamo una specie di radiografia al cervello, giusto per capire. Almeno avrò delle risposte."
"E cosa fa?"
"Beh, vediamo se è tutto collegato, se manca qualche pezzo, se quando lavora una parte le altre vanno in pausa pranzo... Perchè io ho bisogno di capire."
"Ah."
"Allora va bene?"
"Cosa?"
"Posso fartela?"
"Cosa??"
"... Babet... sei tra di noi??"
"... Perchè??"
"... Vado a prenotarla!