Si parlava, con amici di web, di quelli che un tempo facevano le cassette per le persone speciali, ma che non ne ricevevano quasi mai. Di quelli che hanno scritto e scriveranno tante lettere (personalmente in blu, se possibile su fogli a quadretti piccoli), ma di risposte...Poche.
Ci penso e mi chiedo che cosa mi sono persa, se invece di passare i pomeriggi a scegliere la scaletta delle canzoni avessi proposto "Vediamoci alle tre in piazza", se invece di mettere nero e su bianco, avessi provato a parlare
O avessimo, provato a parlare.
Noi non ci conosciamo. Penso ai giorni
che, perduti nel tempo, c’incontrammo,
alla nostra incresciosa intimità.
Ci siamo sempre lasciati
senza salutarci,
con pentimenti e scuse da lontano.
Ci siam rispettati al passo,
bestie caute,
cacciatori affinati,
a sostenere faticosamente
la nostra parte di estranei.
Ritrosie disperanti,
pause vertiginose e insormontabili,
dicevan, nelle nostre confidenze,
il contatto evitato e il vano incanto.
Qualcosa ci è sempre rimasto,
amaro vanto,
di non ceduto ai nostri abbandoni,
qualcosa ci è sempre mancato.
(C'è sempre mancato qualcosa - V. Cardarelli)