Lo stesso si applica naturalmente a tutto, e la cosa spesso può avere risvolti non proprio positivi.
Voi sapete ormai da tempo della mia droga/dipendenza totale da internet; senza il world wide web mi sentirei perduta, Google e Wikipedia in primis ("Datemi Google e vi troverò il mondo", aforisma derivato da "Datemi un punto d'appoggio e vi solleverò il mondo" che ho elaborato per indicare la mia capacità da segugio attraverso la rete).Mi è capitato dunque per mesi di arrivare a casa dal lavoro, quindi da una giornata passata totalmente al computer, e di accendere subito il Mac e di passarci il tempo attaccata fino alla cena e poi quello dopo, fino all'ora di andare a dormire.Da ricovero.Mi rendevo conto del mio stato, ma proprio non riuscivo a staccarmi e il risultato era che andavo a dormire con gli occhi a forma di monitor.Un bel giorno, proprio come mi capita per le altre cose, tac! dopo cena torno in camera e prendo un libro che giaceva da mesi sul mio comodino, con il segnalibro fermo a pagina 50.E da lì il mio naso ha cominciato a macinare parole stampate, frasi e pagine su pagine.Il libro fermo posteggiato era L'amore ai tempi del colera regalatomi per l'onomastico dell'anno scorso (12 agosto, ehm..) che ho trovato fantastico nell'ambientazione, nei paesaggi e nelle descrizioni. Un po' meno mi sono piaciute le continue parentesi descrittive di personaggi legati ai protagonisti e dei personaggi legati ai personaggi legati ai protagonisti e così via, che mi facevano un po' perdere il filo della storia, soprattutto all'inizio.Non vedo l'ora a questo punto di guardare il film, anche se non avrei assoultamente messo Giovanna Mezzogiorno nei panni di Fermina Daza e Javier Bardem in quelli di Florentino Ariza: me li ero immaginata completamente diversi, anzi all'opposto, devo dire.
Il libro successivo ad essere divorato è stato Una ragazza da Tiffany, di Susan Vreeland, autrice anche di La passione di Artemisia (Gentileschi) e La ragazza in blu. Il Tiffany in questione non è per fortuna il trito e ritrito Mr. Tiffany di Tiffany & Co. ma bensì il figlio, Louis Comfort, fondatore della Tiffany glass, ossia quell'azienda che creava fe antastiche vetrate al piombo Art Nouveau e le celeberrime lampade da tavolo. La ragazza in questione è Clara Driscoll, inventrice delle suddette lampade e il libro narra proprio della sua vita, del lavoro da Tiffany in mezzo a ogni tipo di vetro e di colore, dei suoi problemi, delle amicizie e degli amori.E' un libro leggero, scorrevole, ambientato in una Manhattan in pieno sviluppo, immortalata pronta a salire il gradino del ventesimo secolo, che vi consiglio di leggere perchè lascia il sorriso.
Ora mi sono buttata a capofitto nel magico mondo di Hogwarts e di Harry Potter con cui -confesso vergognandomene- non avevo mai avuto a che fare se non in dvd.
E spero proprio di restare col naso immerso nelle pagine parecchio a lungo. E basta :)