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Ci sono Oda, Taniguchi e Adachi come giudici...

Creato il 25 novembre 2013 da Sommobuta @sommobuta
Ci sono Oda, Taniguchi e Adachi come giudici...Mi sono immaginato questa scena, ieri sera, mentre guardavo la seconda puntata di Mastershit (pardòn, Masterpiece): lo Shonen Jump Manga Competition è organizzato in puro stile reality show.
Come Mastershit.
Giudici della competizione, Mitsuru Adachi, Jiro Taniguchi ed Eiichiro Oda.
Si presenta un aspirante mangaka (facciamo uno strappo alla regola, facciamo finta che si presenta un italiano, Mario Rossi), il quale ha portato uno One Shot fantasy in cui un ragazzo vuole diventare il Re degli Alchimisti. In un mondo di ciechi. Dove lui parte avvantaggiato perché, essendo l’eletto, è solo orbo.
I tre giurati leggono le tavole di Mario Rossi, e dopo aver confabulato tra loro, si squassano dalle risate.
“Ma signor Rossi”, dice Jiro Taniguchi, “Questo tipo di manga fantasy è spazzatura. Siamo pieni di gente che vuole diventare re, principe o dittatore supremo del mondo! Basta! Lei deve trarre ispirazione dalla realtà. Leggo qui, nella sua scheda, che lei è l’eccezione che conferma la regola. In Giappone non è possibile diventare mangaka se non si è giapponesi, eppure eccola qua, di fronte a noi. Perché, invece di perdere tempo con queste storielle, non ci racconta un po’ di lei? La sua esperienza, la sua vita, potrebbe essere molto interessante per un eventuale lettore.”
Mario Rossi, un poco imbarazzato, fa un passo in avanti: “Veramente pensavo che il fumetto fosse immaginazione. Se racconto di me e della mia vita, squallida e uguale a tante altre, chi mai potrebbe essere interessato?”
Ci sono Oda, Taniguchi e Adachi come giudici...
Taniguchi giudice!
Jiro Taniguchi socchiude gli occhi, lancia uno sguardo ad Adachi, il quale annuendo scambia un cenno d’intesa con Oda. Tutti e tre i giurati scoppiano di nuovo a ridere.
“Ho detto qualcosa che non va?”, chiede Mario Rossi, sempre più imbarazzato.
Eiichiro Oda scuote la testa. “Signor Rossi, la stavamo solo prendendo in giro. Io sono quindici anni che disegno un fumetto fantastico, e nessuno mi ha mai criticato per questa scelta. Anche buona parte dell'intera produzione fumettistica nostrana è tutta di origine fantastica. Bisognerebbe essere solamente degli sciocchi per demonizzare i prodotti di fantasia…”
Oppure bisogna essere italiani.
Solo da noi la letteratura fantastica è equiparata alla merda, alla narrativa di serie Z, alla robetta per bambini*. Poco importa se il prodotto è scritto bene, ha una sua logica, una sua “potenza narrativa”: scrivi letteratura fantastica? Scrivi merda.
Punto.
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Il signor Rossi! Quello mitologico!
Poco importa se la scrittura (e la narrativa) abbiano prodotto, per prima cosa, storie di “fantasia”.
Pensate a tutta l’epica (classica e non).
Omero ci ha raccontato di una guerra mondiale piazzandoci supereroi, divinità, battaglie mortali, mostri e colpi di scena.
Mica ci ha frantumato i coglioni narrandoci della giornata tipo del vecchio Laerte intento ad arare il suo campicello…
La seconda puntata di Masterpiece è stata un trionfo di putredine peggiore della prima.
Accantonata la letteratura fantastica del tipo che ha scritto un romanzo alchemico (equiparato, secondo i giudici, a un saggio, vista l’enorme mole di riferimenti precisi a quel mondo) e la psicologa immersa nel paradiso degli elefanti, il resto è la solita noia: gente che spaccia la propria autobiografia per un romanzo “altro”.
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Una CE che vuole fallire nell'immediato futuro
E allora ecco l’immigrato che ci propone il romanzo di formazione che parla di un immigrato; ecco la professoressa che parla della sua educazione sessuale negli anni sessanta; ecco la punkabbestia coi rasta che parla di una storia d’ammmore con gente strafatta che sfumacchia a destra e manca; ecco l’avvocato riccastro che parla di gente altolocata, élite e festini.
Vince la seconda puntata di Masterpiece l’immigrato che racconta la storia di un immigrato. In un italiano stentato.
Per la serie: non importa che tu sappia scrivere in italiano, tanto poi c’è l’editor che lo scrive per te.
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Un Editor a caso
Domandano: perché, se ti fa schifo, continui a vedere Masterpiece?
Rispondo: per lo stesso motivo per cui persevero a leggere Naruto.
Gusto dell’orrido.
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*E non è un caso che lo sia anche tutto l’apparato immaginifico, a cominciare dai fumetti. Potete controbattere citando roba come L’Eternauta o From Hell, ma per “quelli che ne sanno a pacchi” sarà sempre roba per bambini…

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