Doveva succedere prima o poi. In fondo, con le trasposizioni cinematografiche dei fumetti DC Comics, fino ad ora, a tutti i nerd del settore 2814 era sempre andata piuttosto bene.
E’ un vero peccato però, perchè, nei rari momenti del film in cui l’indignazione da nerd non mi riempiva di amarezza, sono anche riuscito ad intravedere qualche briciolo di fedeltà nei confronti delle storie di Hal J0rdan e del Corpo delle Lanterne Verdi. Tuttavia, niente che possa essere sufficiente a non far affondare un film che per molti amanti dei fumetti dell’eroe di smeraldo, era il sogno di una vita.
L’universo di Lanterna Verde è ormai sconfinato, a tal punto che penso possa battere in complessità e ampiezza tutto quello che è stato creato da George Lucas per la saga di Guerre Stellari e forse perfino le innumerevoli galassie di Star Trek. Quindi non si poteva pretendere che un regista non proprio specializzato come Martin Campbell, arrivato dal porno soft di fine anni ’70 e approdato recentemente, per motivi e logiche sconosciute a noi comuni umani, alle rivisitazioni di James Bond (Casino Royale con Daniel Craig) e Zorro (quelli tamarri con Banderas).
Quelli che di Lanterna Verde sanno poco o niente si godranno senz’altro un film a bassa gradazione di neuroni attivi. E forse usciranno dal cinema contenti e divertiti. Gli altri, che di Lanterna Verde hanno letto e leggono tutt’ora i fumetti, si incazzeranno e si chiederanno come mai il regista e gli autori non siano riusciti a trovare il tempo e la voglia di sfogliare, anche solo guardando le figure, qualche numero delle avventure cartacee di Hal Jordan.
Se l’avessero fatto, avrebbero scoperto qual’è la genesi di Hector Hammond (al quale si poteva riservare un pò di Computer Grafica per farlo diventare il mostro che tanto risulta cazzuto nei fumetti) e in che modo Parallax abbia influenzato ed incasinato quasi tutto l’universo DC (mentre nel film il tutto si riducie ad una banalissima vendetta nei confronti di pochi sfigati), per non parlare del primo incontro tra Jordan e Sinestro e del rapporto che si crea tra i due. Se a queste mancanze si aggiungono la totale assenza di profondità e personalità data al resto del Corpo delle Lanterne Verdi e ai Guardiani dell’Universo, mischiate ad un accenno troppo superficiale sul come nascano gli altri colori delle Lanterne (gialle), viene fuori un quadretto non troppo promettente. E alla fine, ad un fan del fumetto, il tutto sembrerà stonato come un nano vestito da fragola che bestemmia in chiesa brandendo un’ascia vichinga.
Qualcosa di positivo c’è però: le scene di azione rendono molto bene l’atmosfera del fumetto, e durante il film si possono cogliere almeno un paio di citazioni niente male, come il nome di battaglia di Carol Ferris quando pilota i caccia e alcuni costrutti di Lanterna Verde che ricordano molto quelli di John Stewart (che sostituì Hal Jordan come Lanterna Verde in un ciclo di storie a cui, tra l’altro, il film si poteva ricollegare). Anche Kilowog, l’istruttore delle Lanterne Verdi, è reso molto bene, peccato che gli venga riservato pochissimo spazio.
Probabilmente la versione italiana del film è stata ulteriormente penalizzata rispetto a quella in lingua originale, perchè, almeno a mio parere, alcune scelte di doppiaggio avrebbero coperto di ridicolo perfino Paperino. Va bene che nei fumetti Hal Jordan non è mai stato un campione di serietà ed epicità, e in questo Ryan Reinolds sa rendere il carattere del personaggio alla perfezione, ma dargli la voce di un ragazzino che vede per la prima volta un paio di tette lo fa sembrare meno di quello che dovrebbe essere (e lo dico da fan di Ryan Reinolds, per cui, non so spiegarmi ancora il perchè, provo una certa simpatia da quando ha recitato in Blade 2).
Un grazie di cuore al caro Martin Campbell, che ha reso quelle cagate apocalittiche di Catwoman, Elektra e Ghost Rider meno sole nell’olimpo delle trasposizioni fumettistiche orripilanti. E un gigantesto dito medio alzato, da piazzare dove meglio si crede, a tutto il team creativo coinvolto in questo film, che hanno mostrato una superficialità e una capacità di sintesi agghiaccianti, contribuendo a demolire uno dei supereroi più fighi che siano mai stati creati. Possa il grande Cthulhu divorarvi tutti e insegnarvi che i film sui personaggi dei fumetti bisogna lasciarli fare a chi di fumetti è appassionato veramente.
Se l’intenzione dei produttori era quella di offrire un degno rivale al Capitan America cinematografico di casa Marvel, ammetto a malincuore che questo Lanterna Verde ne esce con le ossa più che rotte. Non resta che aspettare il terzo capitolo della saga di Batman.