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“Ci vuole poco… anzi niente!” e “Non dimenticare di essere felice” di Margherita Musella

Creato il 08 settembre 2011 da Patrizia Poli @tartina

“Ci vuole poco… anzi niente!” e “Non dimenticare di essere felice” di Margherita Musella“Ognuno viene al mondo per accumulare esperienza e imparare ad affrontare i problemi, sconfiggendo la paura.”

Credo che questa sia la filosofia di vita di Margherita Musella, un’autrice che, nel panorama letterario italiano, si colloca in una posizione del tutto particolare.

I suoi tre libri sono un crescendo di situazioni e di stile.Se il primo, “Ci beviamo un caffè”, ha delle incertezze, come se l’autrice si presentasse in punta di piedi e si chiedesse: “Ma, davvero, io posso scrivere?” il secondo denota una presa di coscienza anche personale.Questo è il mio stile, dice Margherita, questa è la mia voce, unica, rara e preziosa, queste sono le cose che io ho da dire.

Il terzo, poi, è un piccolo gioiello nel suo genere particolare.Già nel secondo libro lo stile sale di tono.Il terzo, poi, ha un linguaggio pulito e sobrio, che ti fa vivere con semplicità emozioni e situazioniIl personaggio di Carlo, un ragazzino vittima di bullismo, è il più letterario dei suoi.Ed è strano come, proprio un personaggio maschile, per il quale l’autrice sente di non essere portata, sia invece, a detta di tutti, il più riuscito.Nessuno, più di Margherita, sa descrivere la sensazione di precipitare in un gorgo senza uscita, quando, giorno dopo giorno, scendi sempre più, avvolto nelle spire di qualcosa da cui non ti puoi liberare. Fino a toccare il fondo, fino alla disperazione.

Ma disperazione è una parola che Margherita non accetta.

E lì nasce lo scatto, la risalita, la rinascita.

Il pensiero di Margherita è profondo, supportato anche da letture e studi.Lei sa che non tutti accettano il suo credo positivo e pieno di speranza, ed è pronta a subirne le conseguenze, il martirio intellettuale e sociale, e ad amare chi la disprezza.

Margherita ha un viso mutevole, che rispecchia il fluire delle sue emozioni, è una persona che è facile ferire ma che sa accettare la sofferenza meglio di chiunque altro.


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