Ciao Big Man, il tuo sax vola alto sopra la Giungla d'Asfalto

Da Martux75
Anche "Big Man" Clarence Clemons se n'è andato, dopo neanche tre anni dalla scomparsa del tastierista/organista Danny Federici, entrambi membri originari di una delle più grandi macchine di Rock & Roll di sempre.
E' una di quelle notizie che fanno male, che danno un pò di tristezza e malessere pur non riguardando una persona cara, vicina o che si conosce a fondo.
Ma per certi versi cambia poco, e le sensazioni non differiscono poi in modo cosi ampio, chiunque abbia avuto la fortuna di assistere ad un concerto di Springsteen con la E-Street Band (6 volte per me), o che negli ultimi trent'anni abbia goduto ad ascoltare la musica e i tanti dischi che questi musicisti hanno fatto insieme, non può che considerare "Big Man" e gli altri membri se non come amici, almeno come compagni di viaggio, di avventure, attori "non protagonisti" della nostra vita e delle nostre vicende, colonna sonora e trama di sfondo multicolore dei nostri sogni di gioventù, delle prime esperienze con le ragazze, delle notti selvagge di quando si aveva 20 anni e si pensava di poter cambiare qualunque cosa, delle nostre delusioni.
"Big Man" per me era il simbolo del gruppo, ricordo l'emozione del mio primo concerto del Boss con la band al completo, durante il tour della Reunion del 99, a Genova, allo stadio Marassi.
Quando è entrato ci sono rimasto, quasi due metri di uomo, tutto nero, sembrava una statua, un revendo proveniente dalla cattedrale del "Rock", pronto a narrarci il suo sermone insieme al Boss....ricordo la presentazione della band, diventata per tutti un classico, Bruce lo presentava alla fine dopo tutti gli altri membri: "The Last but not The Least", con tutta una sfilza di assurdi soprannomi uno dietro l'altro....pura estasi per i presenti.

Ha lasciato alla band, alla storia del rock, a tutti i suoi fans, un timbro inconfondibile, un'impronta precisa che ha reso unica la musica di Springsteen, soprattutto a cavallo tra i 70 e gli 80, il suo sax ha contribuito a rendere celebri e speciali canzoni come Rosalita, Badlands, The Promise Land, Out in the Street, Drive All Night, Tenth Avenue Freeze-out, Be True e a spingere verso la leggende l'album più bello di Bruce: Born To Run, ancora oggi animato da un sound che non ha eguali, dove il suo sax raggiunge l'espressione più alta di sempre nel celebre solo di Jungleland.
E mentre scrivo non posso far altro che riascoltare alcuni di questi epici pezzi in sottofondo, con la certezza che tutto ciò che è stato rimarrà sempre vivo dentro di noi, frammenti di musica senza tempo che continueranno a fare da sfondo a storie come le nostre, fino a raggiungere la luce dell'eternità.
Di seguito il ricordo di Rockol e il saluto commosso di Bruce ed altri articoli che mi piace portare alla vostra attenzione:
Badlands
Loose-ends
Concludo citando l'immagine di apertura, copertina dell'epico disco Born To Run, simbolo di una sfida al mondo, di una corsa lunga 30 anni, di un'amicizia tra due uomini agli antipodi, un piccolo bianco e un grande nero animati dalla stessa grande passione: la musica.
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