Ma tu guarda, proprio il sabato in cui il lettore rampante e io avevamo già intenzione di andare a Torino per Portici di carta. Vuoi mica non fare una piccola deviazione? Siamo arrivati in piazza d’Armi, un bellissimo parco torinese vicino allo stadio Olimpico, nel primo pomeriggio con l’intenzione di dare un’occhiata, magari vedere un pezzo di partita, una mezz’oretta e poi via in centro, giusto per farci un’idea di come potesse funzionare la versione babbana di un gioco magico con addosso tutto lo scetticismo possibile.
Piazza d'Armi e lo stadio Olimpico
Alla fine siamo rimasti quasi due ore, di partite ne abbiamo viste due e ci siamo divertiti parecchio, al punto che la passeggiata sotto i portici del centro è stata quasi in più.Ma com’è il Quidditch per babbani? Diciamolo subito: i giocatori non hanno scope volanti. E sì, questo sicuramente toglie un po’ del fascino originale, però, ecco, il divertimento c’è comunque.Le regole sono abbastanza semplici: ci sono sette giocatori per squadra, che non possono essere più di quattro maschi o di quattro femmine (ma, come ci ha spiegato Saverio, in realtà non è una questione di sesso anagrafico ma di come uno si sente. Una cosa che detta così può sembrare strana, ma che se ci si pensa bene è molto bella), divisi nei ruoli tradizionali del Quidditch. Tre cacciatori, identificati con una fascetta bianca legata in fronte; due battitori, con una fascetta nera; un portiere, con fascetta verde e un cercatore con fascetta gialla.
Il campo da Quidditch
In più c’è un giocatore neutrale, che fa da boccino umano: chi gioca in questo ruolo infatti ha un calzino legato in vita che contiene una pallina da tennis, il boccino d’oro. Questo giocatore entra in campo dopo 18 minuti dall’inizio della partita e, insieme a lui, entrano anche i cercatori delle due squadre. Il loro compito è quello di riuscire a prendere calzino e pallina.Intanto, gli altri giocatori cercano di far entrare la pluffa (che è una palla da pallavolo) nei tre anelli o di impedire alla squadra avversaria di segnare bombardandoli con i bolidi (che sono tre palloni da dodgeball).Ogni pluffa andata a segno vale 10 punti, mentre il boccino ne vale 30. La partita finisce quando il boccino viene preso.Sì, ma le scope, vi starete chiedendo voi? Le scope sono dei semplici bastoni che ogni giocatore deve avere in mezzo alle gambe. Se la scopa cade, il giocatore deve correre a toccare la propria porta prima di poter ricominciare a giocare. E idem se si viene colpiti da un bolide.
In linea di massima le regole sono queste. Sembra un po’ macchinoso, ma in realtà, una volta iniziata la partita il tutto diventa più chiaro. E anche se non lo diventasse, ci si diverte talmente tanto a vederlo, che quasi non importa se non si capisce niente (avevo provato una sensazione simile quando ero andata a vedere l’hockey… non avevo capito niente, ma mi ero divertita un sacco).Davvero, da spettatrice scettica (scettica perché io, come molti della mia generazione, sono cresciuta a pane, salame ed Harry Potter), non me lo aspettavo così appassionante. Vedi questi ragazzi (ieri giocavano in squadre miste, con giocatori provenienti da diverse squadre nazionali più una francese, di Lione) che corrono su queste scope, vedi bolidi volare da un giocatore all’altro, pluffe tolte dagli anelli all’ultimo secondo e alla fine non puoi che tifare un po’ per tutti.
I tre anelli e la pluffa in volo
Poi beh, quando entra in campo il boccino la cosa si movimenta ancora di più. Soprattutto nella prima partita che ho visto io, quando a tenere il boccino d’oro era un ragazzo decisamente spesso che doveva difenderlo da due cercatori un po’ mingherlini. Una rissa, insomma…. E senza Madama Chips a curare i feriti (non ce ne sono stati, ci tengo a precisare. Anzi, tutti si è svolto nel massimo fair play possibile, con abbracci e foto collettive finali).Il boccino d'oro
Non è un gioco per bambini, sicuramente, anche se, come ci ha poi detto Saverio, in realtà il modo di giocare cambia in base all’avversario… nelle partite che abbiamo visto noi i giocatori erano tutti adulti e quindi è normale che ci fosse un po’ più di foga. E poi i bambini hanno una versione a loro dedicata, il Kidditch.Ho scoperto poi che esistono anche un campionato mondiale, un campionato europeo e, ovviamente, un campionato italiano, in cui giocano una decina di squadre. In Italia, non è ancora una sport riconosciuto a livello agonistico, ma ha una sua federazione e piano piano sempre più adepti (per maggiori informazioni c’è un sito apposito: www.italiaquidditch.com). Una delle cose più belle del nostro pomeriggio è stata vedere le persone avvicinarsi al campo, accessibile a tutti perché in mezzo a un parco, e fermarsi a guardare le squadre giocare. C’erano bambini che spiegavano ad altri bambini cosa fosse quel bizzarro gioco e genitori che, per non fare brutte figure con i figli, cercavano su wikipedia cosa fosse il Quidditch promettendo poi di recuperare i libri e i film.
L’unico problema adesso è che il lettore rampante vuole la maglia del Torino Quidditch.