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“Ciao sono Bond, Sandr Bond”. “Ciao, sono Nicole e voglio metter su famiglia”

Creato il 27 gennaio 2011 da Massimoconsorti @massimoconsorti
“Ciao sono Bond, Sandr Bond”. “Ciao, sono Nicole e voglio metter su famiglia”“Il colpo mortale alla cultura lo ha dato la sinistra portando durante i suoi governi 150 milioni di euro in meno alla cultura”. Bond, Sandr Bond, in un solo colpo ha salvato il culo e la poltrona. Per 314 “no” contro 292 “si” il capo del Mibac resta al suo posto e lo fa svillaneggiando le opposizioni dopo aver tentato inutilmente di accattivarsele elemosinando consensi (e voti) parlamentari. La sua famosa lettera dal titolo “Cari compagni vi scrivo”, resterà nella storia della Repubblica come l’atto più servile, ruffiano e cinico mai compiuto da un ministro. Pronto a chiedere ancora una volta l’elemosina, Bond quando si è reso conto che le numerose assenze fra i deputati dell’opposizione lo avrebbero fatto restare al suo posto, ha iniziato a togliersi sassolini dalle scarpe fino a quando il dipietrista Pierfelice Zazzera non ha dichiarato in aula: “Il ministro meriterebbe un metaforico calcio nel sedere”, citando testualmente le intercettazioni telefoniche sui lavori di restauro degli Uffizi. Ma Bond se l’è presa soprattutto con i suoi predecessori Veltroni, Rutelli e Giovanna Melandri accusandoli di nefandezze. Per dirla tutta, almeno in questo caso, il giudizio di Sandr Bond sui tre “mescaleros” della cultura non è molto dissimile dal nostro ma non importa, lui è ancora ministro e i lavori di restauro al teatrino dei burattini di Novi Ligure possono andare avanti. Bond tenacemente rimasto in sella ha contribuito a rinsaldare il caravanserraglio del presidente del consiglio che ieri però ha subito un duro colpo dalla “preparatissima, laureata con 110 e lode, di madre lingua inglese, stimabilissima” Nicole Minetti. Nelle altre 227 pagine che i magistrati milanesi hanno infatti inviato alla commissione per le autorizzazioni a procedere, spiccano i giudizi che la ex igienista dentale del San Raffaele, esprime nei confronti di Silvio il quale continua a credere che le ragazze si innamorino di lui e invece...Riportiamo fedelmente, e a supporto del meritorio lavoro di centinaia di psichiatri, analisti e psicologi impegnati sul caso “Berluscsex”, le parole di una Nicole Minetti tenera, romantica, comprensiva, in preda a una sindrome da maternità che le fa onore. “E' un pezzo di merda - ha detto di Silvio la consigliera regionale lombarda  - . Se vuole vedermi mi chiama lui, ma se vado ci vado con gli avvocati. Non me ne fotte un cazzo se lui è il presidente del Consiglio o, cioè, è un vecchio e basta. A me non me ne frega niente, non mi faccio prendere per il culo. Si sta comportando da pezzo di merda pur di salvare il suo culo flaccido. Mi ha rovinato la vita. È un vecchio. Io do le dimissioni. Sta roba è una roba che ti rovina la vita, ti rovina i rapporti, ti logora. Devi avere un pelo sullo stomaco. Ma a me cioè non me ne frega niente. Io voglio sposarmi, fidanzarmi, avere dei bambini, una casa. Cioè litigare tutti i giorni con tutti, metterla nel culo a quello che ha fiducia a te. La politica è un casino. Cade lui cadiamo noi. A lui gli fa comodo mettere te e me in Parlamento perché dice ‘bene me le sono levate dai coglioni, lo stipendio lo paga lo Stato’”. Ecco spiegata la ragione della telefonata a Gad Lerner. Occorreva una riabilitazione pubblica della Minetti che vuole sposarsi, metter su famiglia e figli al mondo. C’è andato di mezzo Lerner ma per una futura mamma si fa questo e molto altro. Piccola chiosa, i deputati favorevoli a Berlusconi 314 erano e 314 sono rimasti. Ma quale film sta girando Silvano Moffa quando parla di nugoli di nuovi adepti al “gruppo dei responsabili”? Poffarbacco, ha detto proprio “responsabili”.

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