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Ciao un cazzo

Creato il 21 settembre 2010 da Lucas
Quando muore qualche personaggio famoso è ormai diventato uso invalso, per certuni, scrivere: «Ciao Tizio (se maschio); ciao Caia (se femmina); ciao Tiresia (se trans)». Ho (ri)fatto caso a questa cosa stasera, in finale puntata di Blob, dedicato (giustamente) alla morte di Sandra Mondaini. Mentre veniva trasmesso uno sketch degli anni '60 con Raimondo e Sandra giovani che duettavano su un retroscena da avanspettacolo (ove, dipoi, Sandra imitava, nel balletto canzone da da umpa, le gemelle Kessler), in altro a sinistra compariva, appunto, la scritta «Ciao Sandra».
Perché questo “ciao”? Come intenderlo? Come una sorta di “arrivederci” (che dei due saluti mi pare anche più indicato, per rispetto insomma: questo dare del “tu” ad ogni piè sospinto mi pare un'altra bruttura)? Voglio dire: se uno muore perché dirgli “ciao” (o “arrivederci”)? Perché si è sicuri di rivederlo? Di reincontrarlo? Ovvero: si dà per scontata la possibilità di rivedersi nell'aldilà? O ancora: si è certi che questo aldilà, ove i morti sarebbero diretti, esista? E se anche fosse, ché nell'aldilà ci sarà ancora, nel caso di Sandra Mondaini, la televisione per rivederla? Il punto è che, sono convinto, questo “ciao” vien detto anche da chi si dichiara scettico nei confronti dell'esistenza post-mortem. Ma perché non viene più usato il saluto addio? Soprattutto per i credenti, secondo i quali dire addio equivale a formulare un vero e proprio augurio; ma, altresì, per gli atei, i quali, sostenendo che dio non esiste, userebbero propriamente il termine “addio”, nel senso che saluterebbero il morto con un franco al niente, al nulla eterno ove siamo (tutti) destinati.Insomma, per farla breve; a mio avviso questo “ciao” è davvero fuori luogo se accostato al nome di qualcuno/a che muore; quasi quanto gli applausi ai funerali.
P.S.A proposito di morte segnalo questo post molto piacevole.

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