Ciao Zinelabidine

C'è avenue Bourghiba in televisione, la strada principale di Tunisi. Non ci sono uomini con i baffi e il giubbotto di pelle nera che bevono caffé atroce fumando sigarette e guardando il culo alle ragazze. C'è polizia, manifestanti, botte, rabbia. Il paese più sottomesso del mediterraneo si è svegliato, gli agnelli hanno tirato fuori i coglioni. Se mi avessero detto due settiamen fa che Ben Ali sarebbe scappato con tutto il suo codazzo di parassiti e mafiosetti da strapazzo come Mobutu gli avrei riso in faccia. La Tunisia ha avuto due presidenti dalla sua indipendenza: Bourghiba e Ben Ali, e un solo regime (il secondo era il capo del governo del primo). Il cambiamento in Tunisia è sempre esistito solo ed esclusivamente nella retorica. Le Chengement, o meglio le Renouveau, il nome del giornale del partito, versione maghrebina della Pravda sovietica.
Addio Ben Ali, portati dietro i tuoi sette di novembre, la tua moglie shampista, il viola (il colore presidenziale), la tua faccia da Shrek che appariva sulle gigantografie ad ogni angolo di paese.
Stammi bene, ma non troppo.