Magazine Africa

Ciao,Henning Mankell...

Creato il 06 ottobre 2015 da Marianna06

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Reading da “L’occhio del leopardo”di Henning Mankell –Marsilio editore

Si sveglia all’improvviso nella notte africana e ha la sensazione che il suo corpo sia scoppiato, le viscere esplose e che il sangue gli coli sul viso e sul torace.

Nell’oscurità , terrorizzato, cerca a tentoni l’interruttore della luce,  ma quando lo gira non succede niente,e allora pensa all’ennesimo blakout.Fa scivolare la mano sotto il letto e alla fine trova la torcia elettrica, ma le batterie sono scariche e lui rimane disteso al buio.

Non è sangue, si costringe a pensare. E’ la malaria. Ho la febbre, il sudore è premuto fuori dai miei pori. Ho gli incubi, e non so più dove sono. Il tempo e lo spazio si annullano, non so dove mi trovo, non so nemmeno se sono vivo.

Insetti gli  strisciano sul viso, attirati dall’umidità che trasuda dai suoi pori. Pensa che dovrebbe alzarsi per prendere un’asciugamano.Ma sa che le gambe non reggerebbero e che sarebbe costretto a trascinarsi, e forse non troverebbe neppure la forza di tornare nel letto. (pag.9)

Il giallista Henning Mankell , scrittore svedese, è morto all’ospedale di Goteborg, a causa di un tumore, all’età di 67 anni.

E’ noto al grosso pubblico, anche quello televisivo, per essere stato il creatore del personaggio dell’ispettore di polizia svedese Kurt Wallander, protagonista di una lunga serie e di  gialli della carta stampata, editi in Italia da Marsilio(PD), e anche di telefilm, trasmessi  sia dalla RAI che da SKY.

La notizia è giunta dalla casa editrice  “Leopard”, di cui anni addietro è stato co-fondatore.

Mankell ha pubblicato più di quaranta tra gialli,romanzi, pièce teatrali e libri per bambini, tradotti in una quarantina di lingue.

Nel gennaio 2014 aveva rivelato ai suoi lettori di avere un cancro.

Dinanzi al male, tuttavia, non si è mai arreso e ha continuato con coraggio, finché gli è stato possibile, tutte le sue consuete attività.

Ha anche pubblicato periodicamente un diario, su di un quotidiano svedese a larga diffusione, proprio per condividere con altri, che patissero la sua stessa infermità, le vicissitudini di un male subdolo, complesso e che spaventa.

Henning amava molto l’Africa e si divideva da sempre, nel corso dell’anno, tra la Svezia e il Mozambico,trascorrendovi lunghe permanenze e lavorando con i giovani del luogo ,ad esempio, a insegnare loro a fare teatro. Era il suo modo intelligente di fare promozione umana.

E, comunque, non ha mai mancato d’essere solidale lì dove emergessero bisogni impellenti necessitanti una qualche soluzione. E gli era stato possibile grazie alla rete di conoscenze,che erano scaturite e scaturivano dalla  notorietà raggiunta a  livello internazionale.

                           a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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