L'idea di parlarne mi è venuta da un "sos" di un autodidatta: "Aiuto, mi sono persa. Che cosa sono i classificatori?"
La dicitura ufficiale sarebbe: ogni qualvolta si menziona un nome (oggetto) specificando quanti ve ne sono, oppure se si tratta di "questo", "quello" o "quale" si deve anteporre al nome il suo classificatore (specificatore).
Sì, ma perchè?
La lingua italiana, in particolare, ama esprimersi utilizzando i pronomi indeterminati "una", "uno": "vado a comprarmi un libro", "dammi un colpo di telefono!" etc etc. Non così la lingua cinese che è, interamente, un concetto indeterminato. Per un cinese "买书" e " 打电话" sono concetti piuttosto vaghi: il primo dice "comprar libri" e il secondo "far telefonate". E' per specificare che intendo comprare un solo libro che il cinese aggiunge "一" (uno/una). Nel momento stesso che lo specifica, "uno" diventa un numero e non più un pronome indeterminato.
Qui ci troviamo di fronte ad una delle caratteristiche della lingua cinese: occorre specificare ogni volta che cosa intendiamo dire perchè, altrimenti, il concetto rimane troppo vago.
Facciamo qualche esempio:
"Vado a comprarmi un libro" non significa che necessariamente ne comprerò uno solo. Nella lingua cinese "去买书" esprime esattamente questo concetto, utilizzando le tre parole "andare" + "comprare"+ "libro/libri".
"Faccio una telefonata" altresì non esclude che dopo averne fatto una, ne possa fare qualcun'altra. Sì, potremmo anche dire "Faccio qualche telefonata", il senso rimane lo stesso. I cinesi usano le tre parole di "打电话", vale a dire "fare" + "elettricità" + "discorso" per esprimere lo stesso concetto.
Stringendo il discorso dal vago (dove non ci sono generi e soprattutto non c'è alcuna distinzione tra singolare e plurale) per arrivare al concreto, nel caso di nomi (oggetti) ci vengono in aiuto i CLASSIFICATORI. Io li chiamerei SPECIFICATORI, in quanto hanno la funzione di sprecificare di che cosa si tratta.
Nel caso del "vado a comprare un libro", non intendo specificare che l'oggetto del mio acquisto sarà uno (o tanti) libro/libri. Fin quando si trattava di un'azione non meglio specificata "comprar libri" non c'è n'era bisogno, ma nell'istante in cui specifico che ne voglio comprare uno, due, centomila o "questo", "quello" o "quale" sono indotta a specificarne la categoria.
A questo punto non ci resta che esaminarne qualcuna.
Quelli più semplici sono dei classificatori che, a loro volta, rapresentanto un oggetto: "杯", "瓶", "盘" (bicchiere, bottiglia, piatto) etc. Anche la lingua italiana ne usa alcune: "un branco di pecore", "un cucchiaino di zucchero", "un pugno di sale grosso", "un bicchiere di vino" etc.
Poi c'è l'aspetto esteriore, di conseguenza avremo "张" per cose che hanno una superficie piatta come fracobolli, biglietti ma anche i tavoli; avremo "条" per cose lungiformi (fiumi, pesci, strade); "颗" per cose rotondette (un dente) etc.
Per una fila di dente, invece, dobbiamo usare la parola "排" che significa fila, appunto.
Ci sono, quindi, classificatori che raggruppano l'oggetto, oltre per il suo aspetto esteriore, per la sua funzione. Abbiamo visto "排牙" (una fila di denti), ma ve ne sono molti altri, i più comuni sono: "把" usato per tutte le cose che prendiamo con le mani; "封" significa "busta" ma è anche il classificatore di lettere (che si spediscono nella busta); "位" che usiamo per persone di riguardo, etc.
Quando uno studente imbranato si scorda il classificatore giusto, "个" viene in aiuto. E' il classificatore jolly da usare quando non ve n'é uno specifico per quella situazione.