Magazine Africa

Cibo Messicano e la decisione di Zoe /Giallo Tanzania

Creato il 25 novembre 2014 da Marianna06

 

 

Yeah

 

Zoe ha deciso. Anche se con Kurt non ci sarà nessuna storia sentimentale, l’amicizia conta e va rispettata.

E per rispettarla bisogna essere leali e, soprattutto, parlare chiaro.

Farò in modo d’incontrare Kurt e raccontare tutto - ripete a se stessa- mentre ripone le ultime certificazioni dal ripiano della scrivania nel cassetto, quelle riguardanti i pazienti della mattinata, e si chiude alle spalle la porta dell’ufficio.

Detto, fatto.

Libera dagli impegni di lavoro, all’ora di pranzo, dopo una sosta in rosticceria, raggiunge rapida in fuoristrada il bungalow del commissario con del cibo messicano comperato per pranzare assieme a lui.

 

Ciao, Kurt. Passavo di qui- dice nel mentre l’uomo sorridente la invita a entrare.

Ho pensato-aggiunge- che ti avrebbe fatto piacere spiluccare qualcosa assieme.

 

Sistemato in bella mostra il cartoccio della  mercanzia sul tavolo di sala, fa capire subito all’altro  che il pranzo è solo un pretesto.

E non certo quel pretesto che il maschio potrebbe essere portato a intendere in una situazione del genere.

Seggono insieme nel patio, approfittando del caldo ancora sopportabile, nonostante l’ora  che avanza.

Il meteo alla radio, infatti, ha preannunciato temporale. Uno di quei temporali improvvisi e non rari nella stagione.

 

Kurt, ho bisogno di dirti tutto. Spero nella tua comprensione. Non mi va d’ingannarti. Voglio che tu sappia la verità sulla tua amica. Che tu sappia chi è Zoe - esordisce.  

E si esprime, lei di solito  donna sicura di sé, con un certo imbarazzo che la rende visibilmente nervosa.

Da quell’istante sciorina, come un fiume in piena, tutta la sua storia personale e i suoi rapporti con Julius e con il dottor Wung. 

E non lesina i particolari.

Kurt ascolta in silenzio, e la osserva.

Osserva sopratutto il tormentarsi delle mani in grembo e una certa piega alle labbra.

La sincerità di Zoe- pensa Kurt – dipende quasi certamente dal fatto che la donna è innamorata di lui.

E la cosa lo gratifica senza dubbio ma lo gratifica di più pensare che ci sono già due donne pronte a testimoniare per incastrare il dottor Wung e il suo manutengolo Julius.

Terminata la confessione,Zoe rientra rapida in casa e sistema le pietanze e gli stuzzichini sul tavolo e il tutto allo scopo di prendere ancora tempo in attesa della reazione di Kurt.

Ma Kurt è peggio di una sfinge.

La raggiunge e le passa un braccio attorno alle spalle come per rassicurarla e coccolarla.

Un gesto molto protettivo che alla donna non dispiace affatto.

Mangiano  in silenzio mentre dall’esterno si sente ormai provenire insistente il rumore martellante dei goccioloni  di pioggia.

Saresti disposta, Zoe,  a testimoniare in tribunale e riferire tutto quanto mi hai detto poc’anzi?- domanda Kurt.

Un nuovo silenzio imbarazzante cala tra i due, percorso anche questa volta da un appena percepibile  nervosismo.

Certo, Kurt - risponde la tedesca.

Bene, Zoe. Io ho incontrato un’altra donna, la venditrice di banane, che tu conosci, che quasi certamente è  disposta anch’essa a testimoniare in tribunale- aggiunge il commissario.

Kurt, io non vorrei però che Geronimo, l’infermiere,  finisse nei guai per questa storia. E così tante altre persone senza protezione-replica la tedesca.

Non accadrà-taglia corto Kurt.

Studieremo come non metterli nei guai. Ti devi fidare-precisa.

 

Trascorsi ancora altri pochi minuti in banalità del momento i due, data un’occhiata all’orologio, pervengono al saluto, di necessità,e in tutta fretta, perché ognuno ricorda all’improvviso che ha qualcosa, e più di una cosa, da sbrigare.

Zoe deve fare rientro in ospedale e le attende il turno di notte.

Kurt vuole incontrare Henning per metterlo a parte delle novità  e sentire il suo parere in merito.

Così le due auto si allontanano dal bungalow di Kurt in direzione opposta.

E sgommano con difficoltà nel fango appiccicoso, che ha già invaso per la pioggia, manco a dirlo, le sedi stradali della città.

 

                                       (continua..)

 

                    a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

 


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog