Una foodblogger ad una fiera internazionale del cibo è come un bambino in un negozio di giocattoli: occhi spalancati, sorriso a 36 denti e dalla bocca sono le seguenti parole: “Lo voglio, lo voglio, lo voglio, lo voglio, lo voglio…” ed è proprio così che mi sono sentita varcando le porte della fiera di Parma lo scorso martedì.
Gestire un blog di cucina ti da la possibilità di immergerti nel mondo del cibo in toto: non più solo ricette, tecniche di cottura, valori nutrizionali, ma anche il cibo in quanto prodotto in sé.
Ma facciamo un passo indietro.
Nel polo fieristico di Parma dal 5 all’8 maggio si è svolta la manifestazione più importante a livello italiano a tema food: il Cibus, un evento a cadenza biennale che racconta il meglio dell’Alimentazione Made in Italy, ormai giunto alla sua diciassettesima edizione.
Sei padiglioni suddivisi per categoria: pasta, conserve, condimenti e prodotti dolciari; surgelati; fresco, latticini, formaggi, carni e salumi, gastronomia e piatti pronti; internazionale, tipica e regionale; nutrizione e integrazione; bevande.
Vi do un po’ di numeri: 2700 aziende espositrici e ben oltre 67000 visitatori e scusate se è poco.
Tantissime aziende, migliaia di prodotti dall’industria dolciaria alle produzioni di birra artigianale, dal settore oleario al settore vinicolo, dal settore dei prodotti ai surgelati, ai prodotti biologici senza ovviamente dimenticare il lussurioso patrimonio nazionale dei prodotti DOP e IGP.
Tante le curiosità: dalla crema di aceto balsamico aromatizzata alla menta, al lime, alla vaniglia, ai frutti rossi da usare su carne e pesce, alle perle di aceto balsamico di Modena per la cucina, ai tagliolini di grano duro aromatizzati all’arancia o al peperoncino , ai riccioli di semola alla liquirizia, al pesto genovese al tartufo bianco , la passata di pomodoro giallo, la pizza sullo stecco, ecc..Ci sono anche le peschiole che alla vista sembrano olive e che al gusto ricordano i capperi.
Per gli amanti del formaggio c’è la crema di parmigiano da spalmare sulle fette di pane e petali sottili di formaggio stagionato in vaschetta, fette di mozzarella.
Un must sono stati i kit per qualsiasi cosa: c’era il kit per fare la pizza margherita, ai funghi, alle olive, ma anche il kit per la pasta alla carbonara, alla amatriciana, ai quattro formaggi, il kit per la merenda dei bambini completi di snack di Parmigiano grattugiato, grissini e frullato, un kit molto curioso era il Kit Spherology by Fabbri che permette la sferificazione dei liquidi in maniera naturale.
Una grandissima vetrina per i prodotti salutistici e biologici: c’è la pasta di riso, la pasta con il 30% di carboidrati in meno, ma anche piadine di farro, mousse di frutta bio, salse per contorni o aperitivi. C’è anche il burro senza lattosio, la bresaola a basso contenuto di sodio, il chinotto senza zucchero, il ragù di seitan e il pesto alla genovese light e con il tofu, fino a quello di aneto e mandorle.
Per non parlare del settore dolciario: dai gianduiotti torinesi al gusto di pistacchio, al caviale di caffè, al cioccolato in tutte le sue forme, gusti e varianti.
Importanti sono state le startup presenti, io personalmente ho avuto la possibilità di scambiare quattro chiacchiere con i ragazzi di Momentina SrL una giovane azienda milanese che produce caramelle aromatizzate con ingredienti naturali e i ragazzi di Gustibox un’altra giovane azienda con sede nel Regno Unito che ha ideato un kit box, indirizzato al momento al pubblico inglese, contenente tutti gli ingredienti (tutti rigorosamente made in Italy) per realizzare ricette quali spaghetti alla puttanesca, al pesto genovese, ecc.
Per tirare le somme: questa del Cibus è stata la mia prima volta, ringrazio I Love Italian Food per avermi invitata, ho scoperto un evento che si pone come vero centro per la promozione del cibo “tutto italiano”: il capire come un prodotto viene coltivato e trasformato in quello che poi arriva al consumatore, i mille mondi diversi rappresentati da chi il cibo lo cucina, la passione di chi fa questi lavori, la salvaguardia di realtà locali e di tradizione e l’attenzione sulla necessità della consapevolezza di ciò che ogni giorno mangiamo.
Tra 2 anni sicuramente ci tornerò per approfondire molti di questi temi. Per incontrare. Per conoscere. Per gustare e per riempirmi nuovamente gli occhi (e la bocca) di buono.