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Grazie al Consorzio Grana Padano, ho potuto vivere un’esperienza chiarificatrice che ha potuto soddisfare molte delle curiosità che avevo riguardo a diverse realtà che rappresentano l’eccellenza italiana. Grazie a questa iniziativa di Grana Padano, è stato semplice, ma non scontato, chiarire aspetti direttamente con i Presidenti dei diversi Consorzi. Si è potuto capire tutte le fasi del processo produttivo, dalla produzione della materia prima alla messa sul mercato.Mozzarella di Bufala Campana Dop Prosciutto Toscano Dop Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena Riporto in seguito il comunicato stampa giratomi da Grana Padano che ha una valenza esplicativa molto efficace. Il Presidente Baldrighi: “Falsi e similari ci danneggiano per 1 miliardo di euro”Parma, 5 maggio – “Grana Padano, da Cibus, lancia un messaggio forte a tutti consumatori: pretendete la qualità e le informazioni per scegliere in trasparenza cosa acquistare. La mancanza in etichetta della dicitura che indica il luogo di produzione unita ai nomi di fantasia italiani e all'utilizzo della scritta 'Gran', contribuiscono infatti a disorientare il consumatore e purtroppo tutto questo, per le leggi comunitarie, è legittimo”. Nicola Cesare Baldrighi, Presidente del Consorzio Grana Padano, si è espresso così a margine dell’inaugurazione di Cibus, dove Grana Padano è presente in un gande spazio insieme ad AICIG (Associazione Italiana Consorzi Indicazione Geografica) e ad altri prodotti DOP/IGP nel quale oggi ha organizzato un tutorial esperienziale titolato SOSFOODBLOGGER dedicato ad una selezione di food blogger per diffondere capillarmente anche in rete un appello di sensibilizzazione a tutti gli appassionati e gli amanti della qualità affinché prima di scegliere pretendano da ogni prodotto informazioni precise circa l’origine e le materie prime. “Dietro ogni prodotto DOP e IGP – aggiunge Stefano Berni, Direttore Generale del Consorzio Grana Padano – ci sono persone che lavorano con impegno e passione per garantire prodotti sani e di qualità, seguendo scrupolose regole e attenendosi a severi controlli. Una sorta di patto con il consumatore per offrire il meglio del Made in Italy”. “Insieme ad AICIG – prosegue Berni – combattiamo da sempre, in ogni sede preposta e ad ogni livello istituzionale, la piaga delle imitazioni e delle contraffazioni dei prodotti DOP e IGP che, a causa di leggi troppo blande, penalizzano in maniera pesante i consumatori e le aziende produttrici. Un danno economico che solo per il Grana Padano vale 1 miliardo di euro, 700 milioni all’estero e 300 milioni in Italia. Quest’anno, a CIBUS, abbiamo scelto di unirci ad AICIG e ad altri consorzi di tutela in uno spazio comune per raccontare la qualità garantita in modo ancora più forte e coeso”.“Fare qualità costa – conclude Stefano Berni – basti pensare che solo per le attività di controllo e vigilanza alla produzione, Grana Padano nel 2013 ha investito circa 7 milioni di euro per oltre 10 mila controlli, garantendo qualità e sicurezza del prodotto in coerenza con i valori propri del Grana Padano e nel rispetto dei consumatori che gli danno fiducia” Al termine dell’esperienza lo chef Stefano Cerveni ha glorificato questi ingredienti preparando per noi mazzancolle di Sicilia fresche con una spuma di Grana Padano, olio al ligure DOP e basilico, e un risotto con Prosciutto di Parma essiccato e Aceto Balsamico di Modena DOP. Grazie a Grana Padano!
My point of viewSpesso l’estero, per quanto concerne il settore Food and Wine, guarda l’Italia con grande ammirazione e discernimento; gli stranieri iniziano a cercare prodotti specifici, ad essere consapevoli e meno confusi rispetto ad una regione, un territorio o un marchio. La stessa cosa non si può dire dei consumatori italiani, spesso vittime, più o meno consapevoli, di prodotti imitazione che talvolta, una volta collocati sugli scaffali dei supermercati o dei negozi, rischiano di buttare fumo negli occhi ad un consumatore che, specialmente in quest’ultimo periodo, tende a guardare troppo spesso il prezzo a discapito dell’etichetta. In realtà credo esistano almeno due grandi categorie di consumatori che scelgono un prodotto che è simile all’originale ma non è l’originale. La prima è la categoria che vorrei definire dei risparmiatori forzati ma consapevoli; essi sono il frutto di questa enorme crisi economica. Quelle persone cioè che conoscono il prodotto originale, sanno apprezzare la qualità e hanno ben chiara la differenza tra l’autentico e l’imitazione, ma, a causa della instabilità economica più o meno temporanea, volgono lo sguardo a prodotti di più basso livello che riconoscono tali, chiudendo un occhio e consapevoli di aver fatto un acquisto scadente. C’è anche da rilevare che spesso e volentieri la Grande Distribuzione Organizzata tende a spingere un solo confronto tra prezzi, che rende il prodotto imitazione più allettante, visto che l’unico metro di comparazione è solo un raffronto tra costi. E ’ovvio che chi deve risparmiare viene completamente assoggettato da questo fattore. Ed è pur vero che se il risparmio economico sta diventando sempre più un problema comune, questo non può andare ad intaccare così profondamente da portare una persona consapevole e che ha chiaro il concetto di “Qualità” a dover rinunciare anche alla salute. Si, perché spesso, queste imitazioni di prodotti italiani, provengono da paesi dove le regolamentazioni e i controlli non sono certo quelli che vengono eseguiti in Italia per certificare un prodotto. Questi accertamenti, raramente contestati dai produttori aderenti ad un consorzio piuttosto che ad un altro, hanno lo scopo principale di rendere il prodotto conforme alla normativa e, allo stesso tempo, quello di garantire al consumatore la salubrità del suddetto. Sarebbero, in questo caso, fondamentali delle misure di incentivazione al consumo dei prodotti garantiti a discapito di quelli non garantiti, prodotti a briglia sciolta senza alcun controllo, e commercializzati senza scrupolo e alcuna barriera d’ingresso. La seconda categoria è quella dei consumatori impreparati. Cioè quella fetta a cui, ricchi o poveri, apparteniamo un po’ tutti, almeno fino al momento in cui qualcuno ci fa luce e rende noto gli aspetti di un determinato tipo di prodotto o, addirittura, di un’intera categoria di beni. In questo senso l’informazione è fondamentale e necessaria a far si che il consumatore, in parte spaesato, trovi una guida valida che lo aiuti a scegliere con consapevolezza discernendo un prodotto rispetto ad un altro. La questione non è nemmeno la preferenza che può dare, ma l’acquisizione di quella libertà di scelta che può esserci solo dopo aver ricevuto le informazioni giuste. Alla prossima, Tatiana
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