Magazine Diario personale

Cicli Lavorativi

Creato il 17 gennaio 2012 da Andrea

Cicli LavorativiSono entrato da un po' nel mio quarto anno di lavoro in Svizzera. I bilanci positivi si sono sprecati in questo passato prossimo eppure già remoto, e non c'è assolutamente da rimpiangere niente della scelta fatta. E' stata ed è ancora profondamente impegnativa, ma è anche stata ed è, fonte di soddisfazione e di fiducia per il presente e il futuro.
Tuttavia la storia ha un susseguirsi ciclico, in cui le cose si ripetono ossessivamente in un ritornello ritmato. E il lavoro è anch'esso un procedere in avanti e a ritroso su un cerchio ben disegnato. C'è il primo periodo in cui tutto è nuovo, tutto sembra bello e possibile. La libertà e il futuro aleggiano indistinti pieni di ipotetiche e fruttuose opportunità. E' l'amore, nella sua fase di conoscenza. Quello in cui si fa tutto insieme e si farebbe tutto per l'altro. Siccome il lavoro è in realtà un contratto come il matrimonio, è facile che si finisca in luna di miele. Tutto è sorprendente, e man mano che si prende fiducia in se stessi, arrivano delle soddisfazioni e il gusto di sentirsi apprezzati. Dura un pezzetto, ma poi la curva dell'emozione discende più o meno lentamente nella routine. E qui ecco che si iniziano a guardare le altre donne, a sognare nuovi corteggiamenti, a rendersi più disponibili a nuove esperienze. Ovviamente non si butta via il tempo trascorso, ma non si riesce neanche a sottomettersi all'ineluttabile progredire nel tempo di un sentimento di indifferenza e di minestra riscaldata.
Insomma si devono fare delle nuove scelte. Il ciclo si compie con il prossimo salto dove il percorso potrà essere più o meno lungo, ma sostanzialmente simile.
Che triste generazione la nostra, incapace di trovare una pace del cuore che la metta al riparo dai salti a piè  pari nelle direzioni più impensate. Tutti quelli che conosco sono in qualche forma inquieti, alla ricerca del loro prossimo ciclo con una frequenza sempre superiore. Non è dato sapere se questo ci gratifichi. Di certo ci dà quella dose di adrenalina di cui non possiamo più fare a meno. Aborrendo le droghe sintetiche, non possiamo fai altro che auto-impasticcarci naturalmente con percorsi sempre più artificiali e sempre più arcuati.
E se i cicli lavorativi non coincidessero con i cicli della nostra vita, che potremmo fare? Dovremmo forse accettare questo strano parallelismo, alla ricerca del binario giusto da cui riprendere il nostro viaggio...


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog