Zdenek Bakala, 683° tra gli uomini più ricchi del mondo con più di 2 miliardi di dollari di patrimonio, si è innamorato del ciclismo e vuole vincere anche qui: "Amo lo sport, e amo le scommesse d’affari". Dal 2011 è il proprietario dell’Omega-Quick Step ed ora propone "un circuito chiuso, la Champions League del ciclismo, con 18 squadre che abbiano la certezza di corse e calendario per un lungo periodo. Le squadre top, con i migliori corridori, nelle migliori corse (una ventina, non di più): un format di altissima qualità, facile da seguire per il pubblico e da vendere ai grandi player televisivi, con il ricavato dei diritti tv da redistribuire tra gli attori. Un progetto da portare avanti mano nella mano con team/sponsor, investitori e Uci. Un circuito gestito da una società, e io al vertice". Bakala, che per cominciare è pronto a mettere sul piatto 10 milioni di euro, ha già aggregato 8-9 squadre (tra loro Omega, Bmc, Garmin e Cannondale), sta per aprire la negoziazione con Rcs Sport e Aso, ha l’appoggio del braccio organizzativo dell’Uci, quello che ha lanciato nuove gare, come il Giro di Pechino.
Per Bakala, le aree su cui intervenire sono tre:
a) "L’antidoping, con procedure molto più chiare e brevi, e affidato a un’agenzia esterna indipendente".
b) "La stabilità finanziaria dei team, che non hanno flussi di ritorno per le loro partecipazioni alle corse, non hanno la stabilità delle regole, non sanno se e per quanto tempo possono investire, non ricevono compensi per i diritti tv".
c) "Un sistema di regole dell’Uci molto più chiara e trasparente. E serve un ranking individuabile". Due i nodi: il primo è l’Uci, divisa tra parte istituzionale e commerciale: "Abbiamo lavorato per mesi con manager Uci come Verbruggen e Rumpf, e appoggiano questa riforma". Il secondo i grandi organizzatori: "Ma hanno tutto da guadagnare, e ci saranno anche nuove corse da allestire". I tempi: entro 6 mesi accordi con le diverse organizzazioni, 3 anni di transizione con l’attuale sistema, sistema a regime dal 2016.