LONDRA – Sono passati 10 giorni da quando Bradley Wiggins trionfava sui Campi Elisi, portanto a casa la prima Maglia Gialla per l’Inghilterra. Quest’oggi Brad ha riscritto la storia, diventando il britannico con più medaglie in assoluto alle Olimpiadi. Il record infranto, però, assume un valore ancora maggiore, in quanto arrivato grazie alla conquista di un oro pesantissimo per la Gran Bretagna.
I padroni di casa, infatti, non erano ancora riusciti, fino a stamane, a conquistare nessuna medaglia del metallo più pregiato. Nonostante fosse arrivato in mattinata il primo oro nel canottaggio, il pubblico aspettava solo Wiggins, ormai un eroe nazionale. Migliaia di tifosi assiepati lungo il percorso, ancora di più che tifavano per lui da ogni parte del regno della Regina Elisabetta II.
Non me ne voglia Wiggins, ma le circostanze sono state estremamente favorevoli per la sua vittoria nella crono odierna. I due avversari principali erano il tedesco Tony Martin e lo svizzero Fabian Cancellara, entrambi debilitati in vista della gara olimpica. Il primo, iridato in carica nella specialità, ha vissuto una stagione difficile, iniziata con un brutto incidente durante un allenamento, e proseguita con diversi problemi fisici, che l’hanno costretta anche a ritirarsi sia al Tour de France che nella gara in linea di sabato.
Cancellara, dal canto suo, ha pensato bene di autoeliminarsi dalla lotta alle medaglie con una caduta proprio nella corsa che ha visto trionfare Vinokourov quando lo svizzero sembrava il favorito per l’oro. Una doppia medaglia buttata via, probabilmente, dal Diretto di Berna, che non è andato oltre la sesta piazza dopo che la sua presenza era stata in dubbio per le conseguenze dell’incidente.
A questo punto, per Wiggins, la strada verso il successo sembrava quasi spianata. Il portacolori del Team GB ha sempre avuto un feeling particolare col tic-tac, ma in questa stagione sembra cresciuto ulteriormente, oltre che in salita, anche nella prova più individuale del ciclismo su strada. Dopo aver dominato le due crono al Tour e la prova olimpica, non resta che il Mondiale per mettere la lode ad una stagione da 10 restringendo la vista alle sole prove contro il tempo. Sì, perchè nel contempo ha vinto un Tour de France, un Giro di Romandia, una Parigi Nizza e un Giro del Delfinato. Non male, diciamo.
Spostiamo il nostro sguardo a Casa Italia, perchè Marco Pinotti si è difeso in maniera egregia, chiudendo in quinta piazza. Ora verrebbe da chiedersi perchè il CT Paolo Bettini abbia deciso, lo scorso anno, di non portare alcun rappresentate nel Mondiale a cronometro perchè troppo distanti dalle medaglie. A ben vedere, col senno di poi, sembrerebbe che l’ingegnere avesse ben più possibilità dei ragazzi della gara in linea di avvicinare, quantomeno, le prime tre posizioni.
In ogni caso andrebbe analizzato anche come la scuola italica della cronometro sia ampiamente deficitaria. Pinotti corre ormai da diversi anni in squadre straniere. Dopo il passaggio al professionismo Adriano Malori(Lampre) sembrava pronto a raccogliere lo scettro di Pinotti di miglior italiano nella specialità, ma a distanza di due anni il sorpasso non è ancora avvenuto. Alle sue spalle, nel contempo, è sorta la stella di Manuele Boaro, anch’egli militante in squadra straniera. Tra i dilettanti si sta affacciando anche Davide Martinelli, che quest’oggi ha esordito tra i pro grazie ad uno stage col Team Sky, che, probabilmente, potrebbe esaltare le suo doti da cronoman.
foto: cyclingnews.com
OA | Gianluca Santo