Sposata giovanissima nel 1949 con Robert Alden Bradley, ottenne la laurea in lettere (Bachelor of Arts) nel 1964 presso la Hardin Simmons University ad Abilene (Texas) per poi svolgere lavoro di ricerca presso la University of California a Berkeley dal 1965 al 1967, luogo a cui rimarrà sempre legata. Il 19 maggio 1964 divorziò da Robert Bradley, ma mantiene il cognome nel nome d’arte, col quale aveva ormai iniziato ad essere conosciuta nel mondo della fantascienza.[1]
Negli anni cinquanta si era avvicinata al gruppo di cultura e di politica lesbica delle Daughters of Bilitis, scrivendo sulla loro rivista (talvolta con lo pseudonimo Miriam Gardner) e pubblicando per loro, in collaborazione con Barbara Grier, una bibliografia sul lesbismo in letteratura.
Oltre a ciò scrisse diversi romanzi a tematica lesbica: come Lee Chapman, I am a lesbian (1962); come Morgan Ives, Spare her Heaven (1963) e Knives of desire (1966); come Miriam Gardner, My sister, my love (1963) e Twilight lovers (1964); e come John Dexter, No Adam for Eve (1966). Tutti questi romanzi, non più ristampati, sono oggi diventati oggetti da collezione.Ciononostante, il desiderio di figli, che caratterizzò la sua intera vita (oltre alla prole naturale, la Bradley ebbe anche figli adottivi), la portò a sposarsi nuovamente, col numismatico Walter Breen, il 3 giugno 1964 autore sotto lo pseudonimo di J. Z. Eglinton di un saggio sulla pederastia greca intitolato Greek love (1964), con cui ebbe due figli.
Il matrimonio con Breen durò fino al divorzio del 9 maggio 1990 e fu causa di gravissime amarezze negli ultimi anni di vita della scrittrice, che nel 1991 fu coinvolta nel processo in cui Breen fu condannato per avere avuto rapporti sessuali con un minorenne: la Bradley fu accusata di avere saputo (anche se non necessariamente approvandole) delle attività sessuali del marito. La denunzia fu ritirata solo grazie ad un accomodamento finanziario con la vittima solo poco prima della morte della Bradley, nel 1999. (Breen, nel frattempo, era morto in prigione, nel 1993).
Nel 1999, all’età di 69 anni, a causa d’un attacco cardiaco Marion Zimmer Bradley si spense a Berkeley in California.[2] Le sue ceneri vennero sparse a Glastonbury Tor, nel Somerset (Inghilterra), due mesi più tardi.
Il suo primo figlio, David Bradley (1950-2008), e suo fratello, Paul Edwin Zimmer (1943-1997), sono stati scrittori di fantascienza e fantasy. Sua figlia, Moira Stern, è un’arpista professionista e cantante.
Ciclo Avalon; (ordine cronologico degli eventi)
1. Le Luci di Atlantide (isbn:9788878195820)
2. L’Alba di Avalon (isbn:9788850212989)
3. La Spada di Avalon (isbn:9788830428096)
4. La Dea della guerra (isbn:9788830425194)
5. Le querce di Avalon (isbn:9788878198746)
6. La Signora di Avalon (isbn:9788878185210)
7. La Sacertodetta di Avalon (isbn:9788850204304)
8. Le Nebbie di Avalon (isbn:9788878193673)
Titolo: Le Luci di Atlantide
Autore: Marion B. Zimmer
Serie: Ciclo di Avalon, 1
Edito da: TEA
Prezzo: 8,50€
Genere: Adult Fantasy, Magia
Pagine: 443 p.
Voto:
Trama: In un tempo lontano, la Luce regnava sovrana nella splendente Città del Serpente Ricurvo e uomini e donne vivevano in quieta armonia. Ma un oscuro labirinto senza fine corre sotto la città, una ragnatela di tenebre da cui sorge una minaccia nera come ala di corvo, imprevedibile come il buio della notte più lunga, agghiacciante come un fuoco inestinguibile. Grandi sono i poteri che le forze del Male promettono a chi è disposto a rinunciare al benefico afflato della Luce, a chi non si appaga della vivificante energia positiva del Bene: il potere assoluto della Magia, il dominio delle forze della natura, l’asservimento totale della mente dell’uomo… Un richiamo cui la giovane Deoris – dagli occhi simili a violette e dalla limpida voce – non sa resistere, sedotta dal gelido sorriso e dalla mente fervida di Riveda, il Mago che non esita a infrangere ogni limite imposto dagli uomini e dagli dèi per soddisfare la propria smisurata sete di conoscenza. Per la conquista dello spirito ribelle di Deoris, le forze della Luce – incarnate in sua sorella Domaris e nel misterioso, tormentato, affascinante Micon di Atlantide – e quelle dell’Oscurità si scontrano in una battaglia disperata che rischia di sovvertire l’ordine della natura e del mondo intero, trascinando l’umanità verso l’apocalittica Notte del Caos. Allora solo l’eterno, ciclico riproporsi della ruota del karma, riuscirà a ricomporre ombre e luci in un perfetto, immateriale mosaico, dove ogni gesto e ogni palpito del cuore troveranno spiegazioni al di là delle semplici – troppo semplici? – categorie del Bene e del Male… Marion Zimmer Bradley, Signora e Sacerdotessa del ‘fantasy’, ci fa dono, con “Le Luci di Atlantide” di un nuovo, straordinario romanzo, in cui amore e morte, giustiza e menzogna, natura e magia si intersecano in un gioco vorticoso ed emozionante, avvolgendoci ancora una volta nell’incantesimo di una storia in cui il mito rivela il suo volto eterno e quindi sorprendentemente moderno.
Autore: Marion B. Zimmer
Serie: Ciclo di Avalon, 2
Edito da: TEA
Prezzo: 8,60€
Genere: Adult Fantasy, Magia
Pagine: 401 p.
Voto:
Trama: “Il popolo di Avalon porta i suoi crucci, grandi e piccoli, alla sua Signora. Stamane i druidi sono venuti a dirmi che c’è stata una frana nel passaggio chedal loro Tempio conduce alla stanza che contiene la Pietra Omphalos e nonsanno come ripararlo. Sono rimasti in pochi, ora, e quasi tutti sono vecchi;molti di coloro che avrebbero potuto rinnovare l’Ordine sono stati uccisinelle guerre con i sassoni o hanno seguito i monaci che accudiscono lacappella cristiana che si trova sull’altra Avalon. E così sono venuti dame…” (Morgana, tra le protagoniste del libro).
Titolo: La Spada di Avalon
Autore: Marion B. Zimmer
Serie: Ciclo di Avalon, 3
Edito da: Longanesi
Prezzo: 19,90€
Genere: Adult Fantasy, Magia
Pagine: 480 p.
Voto:
Trama: Allertata da una delle sue visioni, Anderle, somma sacerdotessa e Signora di Avalon, riesce a mettere in salvo il piccolo Mikantor, figlio di sua cugina, da un incendio scatenato dagli uomini di Galid, l’usurpatore del trono della loro tribù. Mikantor è infatti colui che le profezie acclamano come il Figlio di Cento Re, il guerriero che riunirà le tribù per guidarle nella battaglia contro le forze della disgregazione e del caos in cui il mondo sembra destinato a sprofondare.
Perché ciò si avveri, però, Mikantor dovrà prendere coscienza del proprio destino e affrontare un percorso irto di ostacoli e rinunce, in un viaggio che lo priverà dell’affetto dei compagni e della dolce e caparbia Tirilan e che lo vedrà approdare, come schiavo, sulle lontane sponde del Mare di Mezzo. Qui le sue sorti si intrecceranno a quelle del nuovo padrone, Velantos, cui gli dei hanno riservato il compito di forgiare una spada di un materiale venuto dalle stelle, una spada invincibile che chiuderà un’era, giungendo intatta fino alle mani di re Artù…
Recensione
di Amyra
Mi sono approciata a questo libro con una sorta di timore reverenziale. Per far capire il mio atteggiamento, devo necessariamente spiegare che devo a Marion Zimmer Bradley gran parte del mio imprinting letterario. Il primo libro che ho letto di questa scrittrice era “Le Luci di Atlantide”, e avevo 11 anni all’epoca. In un anno divoravo tutta la letteratura da lei pubblicata, qualcosa come 30 libri, e si spezzava il mio giovane cuore preadolescenziale alla notizia della sua morte. Sono passati 13 anni, sono sposata, e ancora dentro e fuori il web sono conosciuta con un nickname che vuole rendere onore alla grandezza perduta di Marion e a una delle sue serie più famose. Leggere la prima pagina di “La Spada di Avalon”, per me, è stato come tornare a casa, o rincontrare una cara amica da lungo perduta di vista. Ma mettiamo fine ai sentimentalismi. A pagina 50 circa la reverenza è sparita e il critico che è in me ha iniziato ad affilare la sua penna metafisica.
La Spada di Avalon è il sesto volume del famoso ciclo di Avalon (se non si conta Le Luci di Atlantide), ma cronologicamente è il secondo e si posiziona fra L’alba di Avalon e Le nebbie di Avalon. È ambientato nel dodicesimo secolo prima di Cristo, nell’Età del Bronzo, mille anni dopo lo sbarco degli Atlantidei sull’Isola dei Potenti (per i poco preparati, la Gran Bretagna).
È un libro che basa la sua popolarità sulla fama dei suoi predecessori ma che, in sostanza, non decolla. Le uniche interessanti sono le prime e le ultime 50 pagine, quelle che a fatica riescono a trasmettere emozioni. I grandi difetti stilistici sono tre: la trama, il registro e i personaggi.
Partiamo da quest’ultimo. I protagonisti sono sostanzialmente quattro: Anderle, Velantos, Tirilan e Mikantor. Mikantor è il famoso “Figlio di Cento Re”, e se le aspettative non fossero sufficienti, scopre anche in giovane età di essere la reincarnazione del grande Micail. Eppure, questo personaggio che in tutto il libro ci viene venduto come nient’altro che “epico”, agisce e parla con un perpetuo atteggiamento da “va beh, se proprio lo devo fare…”. Cadono le braccia.
Tirilan, reincarnazione di Tiriki, antica moglie di Micail, è tutto sommato il personaggio che riesce meglio. Nonostante ciò, non ha spessore, non si capisce perché ami Mikantor, se è veramente l’uomo che la attrae o il mito che le profezie vogliono che diventi o ancora peggio la memoria del marito defunto che ha la sua anima. Qualcosa che mette i brividi, altro che idea romantica dell’amore eterno.
Anderle. Sospiro. Anderle, che in un momento assolutamente a caso scopriamo essere l’antica Deoris. Una viene abituata ad un certo livello di spessore per quanto riguarda le sacerdotesse di Avalon, e invece no. Con Anderle non ci siamo. Era una diciottenne saggia e matura (con il terrore di non essere presa sul serio) all’inizio del libro e una madre/donna isterica (quando il rispetto lo aveva davvero, chissà perché) per le successive 300 pagine.
Velantos, un uomo un perché. Principe acheo, ultimo superstite della sua casa, un essere umano divorato dalle seghe mentali. Gli sono apparsi talmente tanti Dèi che ho perso il conto, viene citato in più profezie e lui non fa altro che compatirsi e/o piangersi addosso. Per non parlare della storia “d’amore” con Anderle, inesistente e frustrante, che la scrittrice vuole infilare a tutti i costi “perché è la reincarnazione di Riveda”. Se uno non ha letto “Le Luci di Atlantide”, che entra a far parte della lista ufficiale della serie di Avalon a volte sì e a volte no, si perde completamente a questo punto. Serve un bignami solo per seguire tutte le discendenze e reincarnazioni.
Il registro è assolutamente orripilante. E che cavolo, è un fantasy, ha pure un carattere epico, la Marion usava un linguaggio non dico aulico ma quasi, non puoi fare un seguito con i personaggi che sembrano Giovannino e la Teresa! Ma dico io, avevo i brividi ogni volta che aprivano bocca… mancava solo il dialetto romano e poi lo bruciavo… purtroppo a questo punto mi devo fermare prima di scagliare pietre (in testa, ho la mira buona), perché non avendo letto l’originale non mi è possibile accertare se tutto ciò sia un difetto di traduzione (M. Cristina Pietri non me ne voglia) o proprio di scrittura della Paxson.
Solo una parola per la trama: luuuuuuungaaaaaaaa. Pagine e pagine interminabili, affrontate con pura forza di volontà o puramente ignorate. Alternate a: “E’ successo questo”. Punto. Quando magari stavolta volevo i particolari. Sembrava un tentativo di annacquare il libro bruscamente interrotto dalla casa editrice, con pessimi risultati.
In sintesi. È un romanzo strettamente leggibile, che i grandi appassionati di Marion vorranno avere nelle loro librerie. Ma se MZB ha avuto il potere di forgiare una persona, questa pessima imitazione della Paxson non dà proprio niente, se non 474 pagine da collezionare.
Titolo: La Dea della Guerra
Autore: Marion B. Zimmer
Serie: Ciclo di Avalon, 4
Edito da: Longanesi (non ancora in TEA)
Prezzo: 18,60€
Genere: Adult Fantasy, Magia
Pagine: 448 p.
Voto:
Trama: Nella Britannia divisa in tribù e sotto la minaccia di un’invasione da parte di Roma, si intrecciano inestricabilmente le storie di due donne molto diverse tra loro, destinate entrambe a giocare un ruolo fondamentale nel futuro di Avalon. La giovane Boudica, caparbia e orgogliosa figlia di un nobile capo degli iceni, viene mandata su un’isola dove sarà iniziata alla saggezza dei druidi. E lì incontra la potente sacerdotessa Lhiannon, che diverrà il suo mentore e la sua migliore amica. Insieme a lei Boudica intraprende il viaggio fino ad Avalon, dove verrà consacrata donna secondo gli antichi riti della Dea.
Dopo il rituale Boudica torna dal suo popolo, dove sposa un nobile iceno, Prasutagos. Questi sceglie di scendere a patti con l’invasore per mantenere una certa autonomia e godere dei benefici dell’alleanza con Roma. Ma alla sua morte la situazione cambierà drammaticamente, e Boudica e le sue figlie si troveranno in grave pericolo…
“Boudica sollevò lo sguardo e vide una giovane donna snella, con l’abito blu da sacerdotessa e un velo scuro che nascondeva una massa di capelli biondi lunghi fino a metà schiena. Quando entrò nella casa rotonda, le ragazze si inchinarono.
Boudica la guardò, chiedendosi cosa avesse sentito. Se aveva potere in quel luogo, doveva trattarla con circospezione. Tornò a fissarla e incontrò due occhi così azzurri da sembrare trasparenti. Sulla fronte aveva tatuata la mezzaluna della dea.
«Il mio nome è Lhiannon», disse la donna. Quando sorrise, le ciglia velarono quegli occhi ipnotici, e Boudica poté distogliere lo sguardo. «Sarò la tua insegnante.»”
Titolo: Le querce di Albion
Autore: Marion B. Zimmer
Serie: Ciclo di Avalon, 5
Edito da: TEA
Prezzo: 8,90€
Genere: Adult Fantasy, Magia
Pagine: 502 p.
Voto:
Trama: All’interno di una casa nella foresta, un misterioso circolo di sacerdotesse difende i riti dei druidi contro le forze dell’impero romano. Nei pressi della foresta vive Eilan dotata di arcani poteri che la rendono degna di diventare vestale della Grande Dea. Tuttavia neanche gli dei hanno potere contro la forza dell’amore che Eilan prova per il giovane latino Gaius.
Titolo: La Signora di Avalon
Autore: Marion B. Zimmer
Serie: Ciclo di Avalon, 6
Edito da: TEA
Prezzo: 8,90€
Genere: Adult Fantasy, Magia
Pagine: 563 p.
Voto:
Trama: Nella Casa nella Foresta le tre più potenti sacerdotesse della Grande Deaattendono il compiersi della vendetta: Caillean avvolge Avalon nelle nebbiecontro l’ostilità del mondo e vi alleva l’orfano erede della mistica stirpereale; Dierna assiste al compiersi della profezia con il matrimonio tra unagiovane novizia e un generale romano; e Viviane, grande sacerdotessa di Avalone Signora del Lago, custodisce il Sacro Graal e prepara la strada al re chedeve venire, colui che solo può cambiare il triste destino della terra dellenebbie.
Titolo: La Sacerdotessa di Avalon
Autore: Marion B. Zimmer
Serie: Ciclo di Avalon, 7
Edito da: TEA
Prezzo: 8,90€
Genere: Adult Fantasy, Magia
Pagine: 436 p.
Voto:
Trama: La britanna Elena, figlia del re Coel, è destinata a diventare sacerdotessa diAvalon e viene iniziata ai grandi misteri della magia. Ma la salvezza dellaBritannia, sempre più accerchiata dagli invasori romani, è in pericolo, equindi occorre propiziarsi la benevolenza degli dei con il rito di Beltane, lasacra unione tra la secerdotessa e un mortale. Il prescelto, rivelato daglidei, è Costanzo, generale romano di cui Elena incaricata di portarlo adAvalon, s’innamora perdutamente, ed è da lui ricambiata. Però, quando la SommaSacerdotessa scopre che Elena si è sostituita alla ragazza prescelta, caccialei e il suo amante dall’isola.
Titolo: Le Nebbie di Avalon
Autore: Marion B. Zimmer
Serie: Ciclo di Avalon, 8
Edito da: TEA
Prezzo: 8,90€
Genere: Adult Fantasy, Magia
Pagine: 654 p.
Voto:
Trama: Vi fu un’epoca in cui le porte tra i mondi fluttuavano con le nebbie e si aprivano al volere del viaggiatore. Di là dal regno del reale si schiudevano allora luoghi segreti e incantati, siti arcani che sfuggivano alle leggi di Natura e si sottraevano al dominio del Tempo, territori favolosi dove le più strane e ammalianti creature parlavano lingue oggi sconosciute, avevano gesti, modi e riti oggi indecifrabili; dove nessuna cosa era identica a se stessa, ma poteva mutarsi ogni istante in un’altra. Con l’andar del tempo, però, “reale” e “immaginario” entrarono in netto contrasto. Allora come oggi, furono le donne a fare da mediatrici. Morgana, Igraine, Viviana conoscevano il modo per far schiudere le nebbie e penetrare nel magico regno di Avalon…
Una lunga cavalcata nei territori popolati da creature misteriose eammalianti, percorsi da cavalieri solitari, dominati dalla magia e dai suoiriti indecifrabili.
Recensione
di Nasreen
Le Nebbie di Avalon è uno dei libri più conosciuti del Ciclo di Avalon al punto che, ormai, nel parlare di Marion B. Zimmer è automatico correre con la mente a questo libro che io giudico un vero capolavoro.
Cronologicamente ultimo libro del fortunato Ciclo di Avalon è stato da molti letto come libro autoconclusivo traendone ugualmente una grande soddisfazione perché, con Marion B. Zimmer, ogni libro è un piccolo universo a sé stante da poter gustare con calma.
Le tematiche sono state trattate, nel tempo, da moltissimi scrittori. Parliamo del Ciclo Bretone, della Spada di Excalibur, Re Artù, Morgana la Fata, Merlino, I cavalieri della Tavola Rotonda e i vecchi miti pagani che, a partire dal Medioevo hanno sempre più lasciato il passo, volenti o nolenti, all’avvento Chiesa.
Eppure, nonostante ciò, questo libro ha avuto, ed ha tutt’ora, un grandissimo successo al punto che per quasi un anno è rimasto in cima alle classifiche letterarie e a vendere, solo in Italia, mezzo milione di copie in pochi mesi. Perché?
Perché finalmente dopo aver sentito narrare questi fatti dal punto di vista dei cavalieri, dei Re e dei Maghi abbiamo avuto il piacere di sentire l’intera storia dalla bocca di Morgana la Fata.
Perché è un romanzo di personaggi femminili, di Grandi “donne” come Morgana, Viviana e Morgause che hanno avuto la (s)fortuna di vivere un’epoca difficile ma che, in un modo o nell’altro, mettendo la loro vita in mano al Destino hanno continuato a seguire gli insegnamenti della Dea Madre ed a contribuire incessantemente agli eventi.
Perché lo stile della Zimmer è così curato, elegante e verosimile (seppur originale nel suo dare un’interpretazione tutta nuova ai fatti) che non avrebbe potuto che catturare le menti degli amanti del genere.
Si dice che la stessa scrittrice abbia impiegato quasi dieci anni per la stesura di questo romanzo fantasy avvalendosi di miti, leggende e documenti più o meno noti ai più.
Dopo aver letto questo libro, non posso che reputarlo uno dei più grandi libri fantasy del novecento da leggere e rileggere più volte e in grado di lasciarti nell’anima sempre qualcosa di nuovo.