Renzi ha vinto da rottamatore e da vecchio Dc. Da Dc, seppure di razza, politico duro e forse anche puro, ha dato un sussidio a dieci milioni di persone, sei-sette milioni di famiglie, ha messo i suoi uomini subito in tutte le aziende pubbliche, ha stretto il morso agli enti che non controlla, prima la Rai, e ha pagato, perché no, un contributo alla modernità, inviando a Bruxelles un nugolo di belle donne, dove saranno impegnate a imparare le lingue. Da rottamatore ha sconvolto i salottini che ci governano, bancari e mediatici. Che sono quelli che non hanno dormito stanotte. Renzi non s’è preso un solo collaboratore dal sistema Milano. E non è andato a corteggiare la Borsa, né Mediobanca o Bazoli, né i giornali di De Benedetti o Elkann. Nemmeno in campagna elettorale. Ha vinto anzi contro De Benedetti, e gli sfottò del “Corriere della sera”. Che ora se ne attribuiscono il successo, ma in realtà lo rincorrono, sgomenti. È la Milano ufficialmente di Bossi, Berlusconi, la Procura della Repubblica e le banche. Di giudici che vanno preannunciando le loro sentenze, per averne gloria dove conta, di banchieri di Dio con un pelo sullo stomaco alto fino in cielo, di moralizzatori onorati con la residenza oltre Chiasso. Una sorta di oligarchia postsovietica che purtroppo ha dominato l’Italia per un quarto di secolo. Facendo mostra di un’indignazione costante che rendesse impossibile la funzione di governo, eliminando via via ogni possibilità di governare l’Italia. Paravento di comodo, comprese le reciproche baruffe, alla depredazione, da furbetti del quartierino, gonfiandosi e gonfiando il “sistema” di appalti corrottissimi, svendite di beni pubblici, manomissione delle finanze pubbliche, e trame neppure oscure di Borsa.Anche il voto conferma Renzi in questo ruolo. I giornali padronali hanno subito messo la Lombardia in primo piano nel successo di Renzi. In realtà la partecipazione al voto più alta è stata delle regioni centrali, con un sì a Renzi schiacciante. Featured image, Matteo Renzidi Giuseppe Leuzzi. È stata una sorpresa, un’insonnia, una crisi di panico, seppure da navigati gentlemen: che ci sia ora in Italia un governo che governa? Il botto di Renzi ha sconvolto “Milano”, il reticolo di ruberie e furberie di banchieri, affaristi, giornali, giudici e finanzieri, che in un quarto di secolo ha portato l’Italia sul lastrico. Più che di sistema, la crisi è del sistema Milano. Quello propriamente che Renzi è impegnato a rottamare.
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