In questa pagina parleremo di :
La zona vinicola
Il Cilento è una subregione montuosa in Campania meridionale che si estende come una penisola tra i golfi di Salerno e Policastro, anticamente parte della Lucania. La zona è limitata a nord dalla catena dei monti Alburni e ad est dal Vallo di Diano. Se ne fa derivare il nome da Cis Alentum, al di qua dell'Alento, l'antico fiume che ne segnava il confine.
La zona presenta una morfologia varia, formata da montagne e pianure, che si affacciano sul Tirreno con falesie e piccole spiagge.
Troviamo quindi una varietà di paesaggi, dalla costa rocciosa alle sabbie delle spiagge, insinuate nelle piccole conche. Notevole la presenza di fenomeni di carsismo, con numerose grotte sia sul litorale emerso e sommerso, che nell'entroterra.
Questa varietà porta anche ad un ecosistema complesso e variegato che fa della zona in esame, una perla del Mediterraneo.
I fondali del Cilento, come la terra emersa, sono pieni di testimonianze archeologiche di notevole interesse. Fortunatamente la zona non è stata antropizzata eccessivamente, mantenendo così le sue caratteristiche originarie.
Il Cilento ha origine nel Miocene, quando i movimenti tettonici lo fecero emergere dalle profondità marine.
I sedimenti che formano l’attuale litorale sono molto più recenti, e risalgono a circa 10.000 anni fa, periodo Olocenico.
I vitigni rossi
Il Piedirosso è il vitigno autoctono a bacca rossa più diffuso in Campania, subito dopo l'altro autoctono, l'Aglianico. Il suo nome in dialetto è Per’ e palummo, che descrive una caratteristica del rachide: il colore rosso dei pedicelli degli acini che ricorda la tinta della zampa dei colombi.
È un vitigno vigoroso che predilige forme di allevamento espanse. Ha produzioni medio-basse, con maturazione tardiva tra la prima e la seconda decade di ottobre, dove raggiunge una buona acidità totale di e un alto tenore in zuccheri.
L'Aglianico è l'altro grande autoctono campano. I vigneti vengono allevati con il metodo a Guyot o a cordone speronato, e nonostante predilige i terreni di origine vulcanica, si trova a suo agio anche su terreni calcarei. Ha l'acino sferoide, con molta pruina sulla buccia, colore quasi blu e polpa ricca acida-astringente. Produce vini dal colore rubino intenso, con aromi pieni che ricordano proprio il terreno di provenienza e una spiccata astringenza che, nei prodotti di maggior pregio, viene smussata e addolcita dall'invecchiamento in barrique, seguito da un lungo affinamento in bottiglia. E' senz'altro una delle migliori uve rosse d'Italia, anche se le sue potenzialità non sono ancora del tutto espresse. E' ideale per la coltivazione in regioni fredde e ad altitudini elevate, grazie alla germogliazione e maturazione precoci.
Il Cilento DOC
La denominazione di origine controllata Cilento DOC nasce con il decreto ministeriale del 28 febbraio 1995, per autorizzare la produzione di vini bianchi e rossi nei territori comunali di Agropoli, Alfano, Camerota, Campora, Cannalonga, Castellabate,
Delle Bulgheria, Centola, Ceraso, Cicerale; Casaletto Spartano, Cuccaro
Vetere, Futani, Gioi Cilento, Giungano, Ispani, Laureana Cilento, Laurito, Lustra,
Magliano Vetere, Moio della Civitella, Montano Antilia, Montecorice, Monteforte
Cilento, Morigerati, Novi Velia, Ogliastro Cilento, Omignano, Orria, Perdifumo,
Perito, Pisciotta, Pollica, Prignano Cilento, Roccagloriosa, Rofrano, Rutino,
Salento, S. Giovanni a Piro, S. Mauro Cilento, S. Mauro La Bruca, Santa Marina,
Sapri, Serramezzana, Sessa Cilento, Stella Cilento, Stio, Torchiara, Torraca,
Torre Orsaia, Tortorella, Trentinara, Valle della Lucania, Vibonati e parzialmente, trane le aree di pianura, i comuni di Ascea, Capaccio, Casalvelino, Castelnuovo Cilento.
Le uve autorizzate sono Aglianico con percentuali dal 60 al 75 % nell'assemblaggio, il Piedirosso e/o Primitivo, con presenza dal 15 al 20 % e il Barbera, che va dal 10 al 20 % dell'assemblaggio.
Si possono iscrivere all'albo unicamente i terreni collinari di buona esposizione, di natura preferibilmente silicio-calcarei, ad un'altitudine non superiore a 450 m.s.l.m., ad eccezione del Comune di Moio della Civitella per il quale il limite è posto a metri 550 s.l.m. Sono esclusi gli arenili, le spiagge e le pianure di fondo valle.
La produzione massima di uva non dovrà superare le 10 tonnellate per ettaro, con gradazione alcolica minima di 11,00% vol per il Rosso generico e di 11,50% vol per il monovitigno Aglianico.
Il Cilento Aglianico deve essere immesso al consumo dopo un periodo di invecchiamento di almeno un anno con decorrenza 1 novembre dell'anno di produzione delle uve.
Il Cilento Rosso è colore rosso rubino, con odore vinoso e caratteristico dei vitigni, e sapore delicato e asciutto. Per lui abbacchio al forno, arrosti, formaggi duri e semiduri, pasta e salumi.
Il Cilento Aglianico ha colore rosso rubino, sempre con odore vinoso e caratteristico e sapore asciutto, corposo e ben sapido. Ottimo con formaggi erborinati, minestre e arrosti.
Le aziende
Luigi Maffini vinifica il Cenito dai colori rosso rubino, con sentori di ciliegie nere, ribes, mandorle fresche e nocciola tostata. Al palato è denso, con buona struttura tannica, comunque morbida ed equilibrata. Lungo il finale sulle note delle spezie, della liquirizia e della nocciola tostata.
I Viticoltori Polito l'Aglianico producono sia nella tipologia DOC che IGT con ottimi risultati.
I Vitienocoltori Marino vinificano il Cellaia dal colore rubino, i sentori di nocciola, marasca e sottobosco, sui fiori di campo. Al palato è ricco, intenso e vellutato. Si abbina bene con gli arrosti di carni rosse, il coniglio in salmì e i formaggi di montagna stagionati.